Cultura

Miti e Leggende nell’Area dello Stretto” volge il suo sguardo alla Fata Morgana

Nel ciclo arturiano Morgana è la sorella potente e pericolosa del ben più rassicurante Re Artù. Figura della mitologia celtica, attestata nei primi secoli del Medioevo, ma entrata nella letteratura al principio del secolo XII, con la “Vita Merlini” di Goffredo di Monmouth. Il suo nome si diffuse nelle letterature romanze attraverso la poesia narrativa francese (e la forma italiana tradusse per tempo quella dell’antico francese Morgain), connesso alla leggenda arturiana e in genere al ciclo della Tavola Rotonda. La fata Morgana, la maggiore di nove sorelle, secondo Goffredo di Monmouth regna nell’isola della Felicità, dove opera tutte le arti magiche: lì ospita e cura re Artù dopo la sua sconfitta, fino al giorno in cui l’eroe ritornerà a liberare i Bretoni. Attraverso i vari autori, la leggenda e la personalità della fata subiscono diverse deformazioni; dapprima è l’amica di Artù, poi è la sorella; le sue qualità, inizialmente benefiche e disinteressate, diventano qualche volta malefiche e diaboliche. Il suo mito, raccolto in un primo tempo dai romanzieri di materia bretone, passa anche nelle “Chansons de geste” (Garin de Montglane, Ogier le Danois) e infine nel poema cavalleresco italiano. Un percorso tra letteratura, antiche credenze. Il suo nome si diffuse nelle letterature romanze attraverso la poesia narrativa francese (e la forma italiana tradusse per tempo quella dell’antico francese Morgain), connesso alla leggenda arturiana e in genere al ciclo della Tavola Rotonda. Morgana appare anche in racconti fantastici posteriori e non correlati al ciclo di re Artù, spesso come personificazione del fenomeno ottico del miraggio. Per esempio, la “Fata Morgana” appare nella fiaba “I cigni selvatici” di Hans Christian Andersen. Secondo la tradizione Morgana curò le profonde ferite, riportate da re Artù durante una sanguinosa battaglia, lungo le pendici dell’Etna. La Fata Morgana rimase entusiasta dalla bellezza di quei luoghi, tanto che, secondo la leggenda, edificò una fortezza di cristallo nelle profondità delle acque dello Stretto di Messina. Sempre secondo tale letteratura si narra che Morgana, illudeva quei navigatori che, desiderosi di attraversare lo Stretto, con illusioni ottiche. A seguito di tali miraggi, le imbarcazioni, non riuscivano a stabilire la giusta rotta e, tragicamente naufragavano sulle coste. Tornando al mondo reale tali effetti visivi si verificano in determinate condizioni atmosferiche nell’Area dello Stretto, nello specchio d’acqua tra Reggio e Messina, nel corso delle giornate estive, prive di vento. Con quelle condizioni climatiche si verifica un fenomeno ottico, dovuto alla creazione di un condotto atmosferico capace di rifrangere la luce. Esso mostra le residenze abitative e la costiera siciliana in movimento o capovolte. Queste alcune delle cifre che saranno state oggetto di analisi nel corso della XIII edizione di “Miti e Leggende nell’Area dello Stretto”, organizzata dal Circolo Culturale “L’Agorà”. Queste alcune delle cifre che saranno oggetto di analisi da parte di Gianni Aiello (Presidente del Circolo Culturale “L’Agorà”). Tenuto conto dei protocolli di sicurezza anti-contagio e dei risultati altalenanti della pandemia di COVID 19 e nel rispetto delle norme del DPCM del 24 ottobre 2020 la conversazione sarà disponibile, sulle varie piattaforme Social Network presenti nella rete, a far data da venerdì 9 MarzoRispondiRispondi a tuttiInoltra

Il pannello dei partecipanti è stato chiuso

Facebooktwitterlinkedinrssyoutube
Facebooktwitterredditpinterestlinkedinmail