
Le ragazze del Liceo Pitagora di Crotone: recitano “Il canto delle Troiane” – tra memoria antica e riflessioni contemporanee
«Il sangue scorreva in torrenti, inondando il suolo, quello dei Troiani e dei loro alleati caduti. L’intera città era intrisa del loro sangue» – Quinto di Smirne

La nostra narrazione prende avvio dalla Torre Aiutante del Castello di Carlo V a Crotone, un luogo di storia avvolto in pietre millenarie, passaggi segreti e corridoi nascosti. Il Prologo, interpretato da Angela Ferlaino e Asia Pirillo, apre il sipario su una storia non di eroi, ma di vinti: le donne troiane, divise tra i vincitori, selezionate a sorte in un crudele gioco di dadi. Donne spezzate, ma non sconfitte; donne sopraffatte, smarrite, ma sempre fieramente dignitose.
La figura di Ecuba (Giada De Fine), matriarca e regina ora in catene, esprime la sua rabbia mentre osserva la propria vita e la città andare in fiamme. La disperazione silenziosa di Andromaca (Assunta Mannolo), moglie e madre esemplare, è un grido soffocato, privo di speranza. Cassandra (Valeria Ursino), con la sua fiaccola, rappresenta la rassegnazione e la determinazione a rivelare la verità. Elena (Noemi Leone), l’incolpevole fautrice di una guerra che non ha voluto, si fa portavoce di un dolore collettivo. Le voci delle donne del popolo (il coro composto da Michela De Marco, Greta Nicoletta, Aurora Oppedisano, Eugenia Spina, Ludovica Tarsia, Valentina Vallies) si uniscono nel chiedere: «Che ne sarà di noi?». Taltibio (Irene Parretta e Dionisia Scalera), funzionario di guerra, è intrappolato tra l’obbedienza agli ordini e la propria umanità. Menelao (Gianluca Scotto), re e marito tradito, torna a Troia per riprendersi Elena e per vendetta, incarnando il potere instabile e una giustizia perduta. Infine, Agamennone (Saverio Vaglico) rappresenta la forza militare e l’arroganza, simboli di una guerra che porta solitudine e disperazione. Temi eterni che si materializzano nell’impegno corale dei nostri attori.
Le protagoniste di questa rappresentazione sono le studentesse del Liceo Classico Pitagora, che hanno dato vita ai loro personaggi tra le antiche mura del Castello di Crotone. La scena e l’intero processo creativo sono stati il frutto di una collaborazione sinergica, coordinata dai docenti proff. Angela Bifano e Pasquale Aceto, con la regia attenta di Francesco Franco del Teatro della Libellula. La scenografia, realizzata dall’artista Angelo Gallo, ha saputo unire essenzialità e suggestione, trasformando la Torre in un palcoscenico carico di pathos, sospeso tra storia e memoria, nel silenzio delle pietre, rendendola parte integrante del racconto.
Lo spettacolo, intitolato “Voci di Cenere: il canto delle Troiane”, è il risultato del laboratorio teatrale del Liceo Classico Pitagora, parte del progetto Teatro dell’Accorgersi, finanziato dal Fondo Sociale Europeo. Questo progetto ha trovato nel teatro il linguaggio più autentico e universale, offrendo un’opportunità preziosa di formazione e crescita, sotto la guida vigile e convinta della dirigente scolastica, prof.ssa Natascia Senatore.
Una nuova pagina di teatro, per esplorare temi di responsabilità, consapevolezza dei problemi civili, etici e comportamentali, acquisizione e gestione di mezzi espressivi, affermazione di conquiste umane, esaltazione delle forze individuali e delle necessità sociali, ricerca del significato dell’esistenza e riflessione su interrogativi spesso destinati a rimanere senza risposta, rifiuto di ogni forma di oppressione e disprezzo per l’oppressione altrui (Giusto Monaco).
