VIDEO – Riforma della Giustizia in Calabria: Il Sì della Camera Penale di Crotone
Il dibattito sulla riforma della giustizia in Calabria, in particolare sulla separazione delle carriere tra magistrati giudicanti e requirenti, continua a suscitare vivaci discussioni pubbliche. La Camera Penale di Crotone si è espressa in maniera decisa a favore di un referendum confermativo, mobilitando l’ordine forense locale per presentare le ragioni a sostegno di questa proposta. Gli esponenti della Camera definiscono la riforma una “svolta epocale” per il sistema giudiziario italiano.
La Voce di Truncè
L’avvocato Truncè, presidente della Camera Penale di Crotone e membro del coordinamento calabrese delle Camere penali, si pone all’avanguardia del fronte pro-riforma. Secondo lui, la riforma rappresenta “l’unica strada” per contrastare il potere delle correnti all’interno della magistratura e i gruppi di potere politico che influenzano la giurisdizione.
Fondamenti della Riforma
I sostenitori della Camera Penale sostengono che la riforma si basa su principi fondamentali dello Stato di diritto, con un focus particolare sulla garanzia di imparzialità dei magistrati. Questo principio, sancito dalla Costituzione, rischia di essere minato dalla confusione tra le carriere di giudici e pubblici ministeri.
Truncè sottolinea che l’introduzione del sorteggio temperato segna un cambiamento significativo nella composizione dei Consigli Superiori della Magistratura, che si divideranno in due entità distinte: una per i magistrati giudicanti e una per i pubblici ministeri. Questa innovazione mira a superare il sistema delle liste chiuse e a modificare radicalmente il processo di selezione dei magistrati.
I penalisti di Crotone affermano che la separazione delle funzioni non intende “indebolire” nessuna delle due figure, ma piuttosto “rafforzarle” garantendo l’autonomia di ciascuna. Solo in questo modo i cittadini potranno sentirsi veramente tutelati, sapendo che chi giudica non coincide con chi accusa.
Un Impegno Politico e Storico
La lotta per la riforma è radicata in una visione storica più ampia. Il deputato di Forza Italia Andrea Gentile ricorda che l’idea di separare le carriere affonda le radici nel pensiero di Silvio Berlusconi, il quale ha sempre sostenuto l’importanza di avere un giudice realmente terzo, libero da interferenze tra le funzioni requirente e giudicante. L’attuale governo si propone di portare avanti questo progetto con “coraggio politico”.
La riforma è presentata come “una tappa fondamentale verso un ordinamento più moderno e in linea con i principi europei del giusto processo”, aderente agli standard internazionali di protezione dei diritti.
Gentile definisce il referendum come “un’opportunità di partecipazione democratica”, non un ostacolo alla riforma. Secondo i sostenitori, gli italiani comprenderanno l’importanza di questo cambiamento e vorranno confermare una scelta che migliora il rapporto tra giustizia e società civile, dopo anni di polemiche e sfiducia.
In conclusione, la Camera Penale di Crotone si schiera convintamente a favore del sì, vedendo nella riforma una risposta concreta alle disfunzioni e alle sfiducie che hanno caratterizzato il dibattito sulla giustizia italiana, in una battaglia che unisce “autonomia e responsabilità, tradizione e rinnovamento”.

