Attività di monitoraggio delle Forze dell’Ordine nella Provincia di Crotone sui “buoni spesa”
Con l’ordinanza n. 658 del 29/03/2020 art. 2 comma 6 della Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento della Protezione Civile, veniva demandata agli uffici dei servizi sociali di ciascun Comune l’individuazione dei soggetti cui destinare contributi economici per fronteggiare le difficoltà insorte a causa del diffondersi della pandemia da COVID 19. Non venivano delineati specifici requisiti se non quello di privilegiare i nuclei familiari più esposti e quelli in stato di bisogno, per soddisfare le necessità più urgenti ed essenziali con priorità per quelli non già assegnatari di sostegno pubblico.
Allo scopo di garantire un’equa distribuzione delle risorse, per contrastare possibili forme di illecito ed eventuali infiltrazioni della criminalità organizzata a scapito delle fasce più deboli della popolazione di questa Provincia, con l’impulso della Prefettura e in coordinamento con la Procura della Repubblica di Crotone e la Procura Distrettuale di Catanzaro, la Questura di Crotone, il Comando Provinciale dell’Arma dei Carabinieri e il Comando Provinciale della Guardia di Finanza davano vita, nel mese di aprile del 2020, a un gruppo di lavoro interforze. In tal modo, ognuno per la parte di propria competenza, si univano le forze, nonostante le difficoltà operative legate alla diffusione del virus e alle restrizioni conseguenti, allo scopo di attuare un piano capillare di monitoraggio sulla distribuzione dei cd. “buoni spesa”. Numerosi Comuni della Provincia fornivano il loro contributo all’iniziativa fornendo gli elenchi dei richiedenti e successivamente dei percettori. Veniva pertanto presa in esame la richiesta e la distribuzione dei buoni spesa per i Comuni di Crotone, Isola di capo Rizzuto, Rocca di Neto, Cutro, Petilia Policastro, Mesoraca e Cirò.
Il personale della Questura e i militari dell’Arma dei Carabinieri procedevano quindi:
a raccogliere gli elenchi nominativi, completi di stati di famiglia, di tutti i soggetti beneficiari e di tutti gli esercizi commerciali convenzionati all’incasso del contributo previsto dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento della Protezione Civile;
ad esaminare il dato relativo all’importo richiesto o concesso in base al numero dei componenti del nucleo familiare;
ad effettuare un accurato screening dei percettori per enucleare dagli elenchi coloro i quali risultavano avere legami di parentela con pregiudicati appartenenti o contigui alla c.o., essere affiliati o contigui alla ‘ndrangheta o pregiudicati per reati di altra natura (51 c 3 e frodi fiscali).
All’esito di tale articolata fase di raccolta e prima analisi dei dati venivano enucleati una serie di soggetti caratterizzati da indici di criticità di maggiore rilievo, con particolare riferimento ai percettori gravati da precedenti penali di associazione mafiosa, estorsione, usura, traffico di sostanze stupefacenti, truffa aggravata, al fine di verificare la legittimità dell’acquisizione del buono.
Dopo aver eseguito questa minuziosa attività di filtro i risultati sono stati passati alla Guardia di Finanza che avviava una serie di mirati controlli nei confronti di 179 soggetti.
L’attività ispettiva ha evidenziato come taluni percettori avessero sottoscritto l’istanza di accesso all’intervento socio-assistenziale e le relative dichiarazioni sostitutive di atto di notorietà, sostenendo di trovarsi nelle condizioni previste ed elencate negli appositi avvisi pubblici emanati dagli Enti territoriali. Di contro, gli accertamenti posti in essere dalla Guardia di Finanza hanno evidenziato che diversi nuclei familiari percepivano forme di sostegno economico tra loro incompatibili ovvero avessero omesso informazioni dovute. Di qui l’emersione di 19 soggetti, resisi responsabili della violazione di indebita percezione di erogazioni ai danni dello Stato. Si tratta di persone tutte pregiudicate per vari reati fra cui: truffa, associazione per delinquere, rapina, porto e detenzione abusiva di armi e ben sei gravati da precedenti per associazione di tipo mafioso ex 416 bis del c.p.. Tutti sono stati segnalati alle competenti Autorità per l’irrogazione delle previste sanzioni amministrative.
Prosegue comunque l’attività di monitoraggio.
La sinergia e comunità di intenti tra le tre Forze di polizia nelle attività svolte conferma la piena sintonia già evidenziata in precedenti e vaste operazioni di p.g., ma anche nelle ordinarie attivitá di prevenzione e controllo del territorio al fine di declinare sempre più la legalità.