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“Da vicino e da lontano: un’antropologia della Calabria”: incontro con l’antropologa Alfonsina Bellio

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a cura della studentessa Sara Montesanti

Parlando di quello che siamo e di quello che non siamo attraverso lo studio antropologico, che vede al centro dell’osservazione e della riflessione umana la sua corrispettiva etimologia greca, l’antropologa Alfonsina Bellio Ordinaria di Etnologia Religiosa dell’Occidente Contemporaneo presso “Ecole pratique des hautes études di Parigi” ha ampiamente trattato sul processo conoscitivo delle differenze che intercorrono senza intercedere nelle relazioni con sè stessi e con gli altri.

A tal proposito, nell’ambito delle attività di Educazione Civica del Liceo Classico Pitagora di Crotone del progetto “Italia-Europa-mondo” le classi 4D e 5D, coordinate dalla Prof.ssa Ripolo e con la partecipazione della Dirigente scolastica Annunziata Galizia, di Suor Loredana Pisani, Prof.ssa Rossana Cosentino e Maria Francesca Greco hanno approfondito per alcuni aspetti quello che corrisponde ad un disegno musicale e che nella dimensione dell’eredità del mondo lascia in dono un quadro polifonico e policromatico all’interno del quale l’uomo è protagonista. Il clima che è possibile respirare dalla manifestazione di quest’opera, che altro non è che la vicenda umana, è una ventata positivista; lo sguardo che si sofferma su questa è oggettivo e non eccessivamente critico, al massimo ha premura della cura del valore fisico e culturale che il singolo esercita non solo rispetto alla sua dimensione fisica ma anche in relazione alla sua humanitas e alla poliedricità che differenzia i singoli.

La prof.ssa Bellio poi, ha spiegato come l’approccio oculare a questa scienza esatta o dura serva ad abbattere i limiti circoscritti dell’oggettività e della soggettività, da qui il rimando al titolo dell’evento “Da vicino e da lontano” mediante un occhio presbite, aggiungendo che il valore aggiunto dello studio antropologico è spiegato da Aristotele nell’Etica Nicomachea come se fosse un’eccessiva curiosità, la stessa che ha portato Lucio, nell’Asino d’Oro di Apuleio, ad andare oltre la propria indagine ontologica dopo aver assecondato l’urgenza di conoscere.

In riferimento ai culti religiosi mariani e non solo, non sono mancati i riferimenti al territorio Calabrese, come la stessa Natuzza Evolo, personalità che ha incarnato il misticismo influenzando notevolmente gli studi della professoressa di origini calabresi.

In seguito, la parentesi aperta sul percorso che lei ha intrapreso prima di arrivare a Parigi, dove attualmente vive, ha rimarcato, transitoriamente parlando, il perseguimento continuo dei suoi sogni considerandoli non con le fattezze di un baluardo ma con quelle di un palloncino gonfiato al elio; ciò ha rafforzato in molti il desiderio di voler continuare il proprio percorso di formazione sulla strada degli studi umanistici cominciata proprio al Liceo Pitagora e a confidare negli sforzi fin ora fatti per poterci dire persone di questo mondo, definite in questa infinitezza etnografica.

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