CronacaSalute

Malasanità Emergenza Pediatrica in Calabria: Un Appello alla Regione

Tratto dalla lettera di Ramona Madre del bambino

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Sabato sera, Salvatore, un bambino calabrese, ha ingoiato un corpo estraneo dopo aver mangiato un’arachide, mettendo in allerta i genitori e il personale medico. Portato al Pronto Soccorso di Crotone, gli sono stati effettuati esami che hanno confermato l’inalazione, ma la broncoscopia necessaria non era disponibile.

Inizia così un incubo: dopo un apparente via libera da Catanzaro, la situazione si complica per la mancanza del broncoscopio pediatrico. Un nuovo tentativo a Cosenza viene annullato all’ultimo momento. Con il bambino in codice rosso, i genitori trascorrono la notte accanto a lui, temendo il peggio.

Interventi da parte del personale medico portano finalmente a un’accettazione al Santobono di Napoli, dove il corpo estraneo viene rimosso con successo. Tuttavia, la vicenda solleva interrogativi: come è possibile che in Calabria non ci siano broncoscopi pediatrici funzionanti? Come possono ospedali hub rifiutare l’accoglienza di un bambino in pericolo di vita senza offrire alternative?

Il Reparto di Pediatria di Crotone ha dimostrato impegno e professionalità, ma non può essere solo il merito di singoli medici a garantire la sicurezza dei bambini. Questa lettera è un appello chiaro e necessario:

  • Verificare le dotazioni pediatriche negli ospedali calabresi.
  • Garantire un percorso di emergenza attrezzato e funzionante.
  • Assicurare che i bambini calabresi abbiano gli stessi diritti alla salute dei coetanei in altre regioni d’Italia.

La salvezza di Salvatore è avvenuta non grazie al sistema sanitario, ma nonostante esso. È tempo di un cambiamento reale nella sanità pubblica.

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