
Movimento difesa del Cittadino, Sanità calabrese: lo sfascio continua, tra promesse mancate e diritti negati, anziani in fila all’alba per una prestazione sanitaria.
Dopo anni di commissariamento e una gestione di milioni di euro senza risultati concreti, la situazione della sanità calabrese rimane drammatica. Esprimiamo questa realtà con rassegnazione e rabbia, a seguito di un’ulteriore segnalazione. Nonostante i proclami altisonanti, l’unico cambiamento visibile sembra essere l’arrivo di un certo numero di medici cubani, spesso non adeguatamente preparati a interagire con i pazienti italiani, in particolare quelli più vulnerabili. La loro efficienza è dubbia e, a volte, superficiale, probabilmente a causa del sovraccarico di lavoro. Anche se potrebbero essere competenti, le cronache parlano di episodi preoccupanti, come quello segnalato da Acri, in provincia di Cosenza, dove in pronto soccorso non sono riusciti a identificare un insetto penetrato nell’orecchio di un paziente, con il medico di turno che non ha neanche tentato di verificare, rassicurando il paziente che non c’era nulla. È stato un professionista in visita privata a risolvere il problema.

Siamo ormai in una situazione di emergenza, con una sanità calabrese che non può più tollerare rattoppi temporanei o soluzioni mal concepite. Occorre una riforma strutturale, seria, profonda e urgente, come sottolinea Giorgio Durante, coordinatore per la Calabria del Movimento Difesa del Cittadino (MDC). Tale riforma deve partire dal rispetto e dalla dignità delle persone.
Basta un semplice giro all’alba davanti al CUP dell’Annunziata, a un laboratorio di analisi o a un centro diagnostico convenzionato: decine di anziani in fila già alle 4:20 del mattino, in attesa di prenotare una prestazione senza doverla pagare di tasca propria. Questo è un paradosso tutto italiano, una vergogna calabrese. Cristina ci scrive: “Alle 4:20 ero la seconda in fila; spesso chi è in coda non è visibile perché si rifugia nell’auto, e chi non riesce a prendere il numerino giusto deve tornare il giorno successivo.” Carmela, invece, racconta della confusione nel pronto soccorso: “Centinaia di persone accalcate, con pochi operatori disponibili, tra detenuti, anziani e bambini di diverse etnie, costretti a rimanere in attesa senza assistenza per ore. Dopo tre ore di attesa e avendo bisogno di una sedia a rotelle, che tra l’altro era introvabile e non idonea per il tipo di trauma, abbiamo deciso di portare a casa nostra madre, che si era fratturata dopo una caduta.”
Giorgio Durante aggiunge: “Un anziano in cerca di cure prima dell’alba non è un segno di un paese civile, ma di un sistema collassato, di istituzioni che hanno voltato le spalle al proprio popolo. La nostra battaglia per una sanità efficiente e umana, con particolare attenzione alle fasce più deboli, non si fermerà finché le problematiche non saranno affrontate e risolte concretamente.”
Mentre le stanze del potere si riempiono di convegni, tavoli tecnici e slogan, i cittadini calabresi continuano a pagare un prezzo elevato in termini di salute, dignità e diritti negati. Anche l’aumento del traffico passeggeri negli aeroporti calabresi è in gran parte attribuibile al turismo sanitario. “E che turismo!” conclude Durante. “Lo affermiamo senza mezzi termini: il disastro è sotto gli occhi di tutti e nessuno può più permettersi di ignorarlo. Ora è il momento di trovare soluzioni concrete, specialmente per le liste d’attesa, dove i risultati sono ancora insoddisfacenti, soprattutto per i malati oncologici.”
Movimento Difesa del Cittadino – Coordinamento Calabria.
