CronacaPolitica

La Regione Calabria non è piu Parte Civile al Processo dei Naufraghi di Cutro contro i Militari ma solo contro gli scafisti.Arci Crotone e’ polemica: “non in nostro nome”.

In relazione al processo sul naufragio di Cutro, la Giunta della Regione Calabria ha recentemente approvato una delibera per costituirsi parte civile contro gli scafisti responsabili di questa tragedia. Tuttavia, è importante chiarire che la Regione non intende costituirsi parte civile contro le forze dell’ordine, in particolare nei confronti di quattro agenti della Guardia di Finanza e due militari della Capitaneria di Porto, attualmente indagati. La Regione, nel rispetto del lavoro quotidiano di chi opera per garantire la sicurezza nel nostro Paese, ha deciso di ritirare la richiesta di costituzione di parte civile presentata in udienza preliminare. Si auspica che la giustizia faccia il proprio corso e che vengano accertate le eventuali responsabilità.

Tuttavia, la posizione della Regione ha suscitato forti critiche da parte di ARCI Crotone, che definisce la decisione un segno di mancanza di coraggio e di autonomia. L’organizzazione denuncia il silenzio dei Comuni di Crotone e Cutro riguardo alla questione e accusa le istituzioni calabresi di piegarsi a pressioni esterne, mettendo in discussione la loro credibilità. ARCI Crotone sottolinea che la Regione, inizialmente pronta a intraprendere un’azione legale contro i militari per i ritardi nei soccorsi, ha successivamente ceduto a diktat superiori, evidenziando una sudditanza politica inaccettabile.

L’assenza di una richiesta di costituzione di parte civile da parte dei Comuni coinvolti è vista come un segnale preoccupante di omertà politica e un disinteresse per la giustizia e per le vittime. La decisione di ritirare la costituzione di parte civile da parte della Regione è considerata un affronto alla memoria delle 94 vittime del naufragio, dimostrando come la verità e la giustizia possano essere messe da parte per favorire interessi politici.

ARCI Crotone, attraverso le parole del suo presidente Filippo Sestito, afferma con fermezza: “Non in nostro nome”. L’organizzazione respinge tali atteggiamenti e richiama le istituzioni calabresi a prendere le proprie responsabilità, impegnandosi attivamente a difendere la dignità delle vittime e a garantire che la verità non venga sacrificata su un altare di convenienze politiche. È giunto il momento di restituire dignità e rispetto alla vita umana in ogni decisione pubblica.

 Filippo Sestito

Pres. Arci Crotone

                                                                                                         

                                                                                         

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