Cultura

Mesoraca, liceo al gelo: 303 studenti senza riscaldamento, Coordinamento Docenti denuncia grave violazione dei diritti

Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani denuncia una grave e inaccettabile violazione dei diritti fondamentali delle studentesse e degli studenti del Liceo delle Scienze Umane “Lombardi Satriani” di Mesoraca, che da quattordici giorni sono costretti a frequentare un edificio scolastico privo di riscaldamento, in pieno periodo invernale. Una condizione che non può più essere considerata un semplice disservizio tecnico, ma che configura una responsabilità istituzionale precisa.

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Mesoraca, comune dell’entroterra calabrese caratterizzato da un clima invernale particolarmente rigido, è una realtà interna dove la scuola rappresenta non solo un presidio educativo ma anche un fondamentale punto di riferimento sociale e culturale. Lasciare un istituto scolastico senza riscaldamento significa colpire il cuore del territorio, esacerbando fragilità già esistenti e alimentando un senso di abbandono istituzionale.

Nel comune, circa 303 studenti vedono compromesso l’esercizio concreto del diritto allo studio, tutelato dall’articolo 34 della Costituzione italiana, che non si esaurisce nell’apertura formale delle scuole ma richiede condizioni materiali adeguate, sicure e rispettose della dignità della persona. Studiare al freddo espone i ragazzi a rischi per la salute, in contrasto con l’articolo 32 della Costituzione, e determina una discriminazione di fatto, in violazione dell’articolo 3, che impone alla Repubblica di rimuovere gli ostacoli che limitano l’uguaglianza sostanziale dei cittadini, soprattutto nei territori più periferici.

La situazione che si protrae da due settimane contrasta inoltre con gli obblighi internazionali assunti dall’Italia in materia di diritti umani. Il diritto all’istruzione, riconosciuto dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani e dalla Convenzione ONU sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, non può essere garantito in ambienti scolastici privi delle condizioni minime di vivibilità e sicurezza, in particolare quando si tratta di scuole collocate in aree interne e frequentate da minori.

La protesta degli studenti, pacifica e consapevole, è un atto di cittadinanza attiva e un richiamo etico alle istituzioni. Quando sono i giovani a dover ricordare allo Stato i propri doveri, emerge una frattura grave nel sistema di tutela dei diritti. Due settimane senza riscaldamento non sono un episodio marginale, ma il sintomo di una gestione che rischia di rendere strutturale l’emergenza nei territori più fragili.

Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani richiama con fermezza la Provincia di Crotone, ente competente per l’edilizia scolastica degli istituti secondari superiori, affinché intervenga con urgenza per il ripristino immediato del servizio di riscaldamento, in sinergia con il Comune di Mesoraca e con l’Ufficio Scolastico Regionale – Ambito Territoriale di Crotone. Contestualmente, rivolge un appello al Presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, affinché eserciti il proprio ruolo di indirizzo e coordinamento istituzionale, attivando ogni strumento utile a garantire il rispetto dei diritti fondamentali degli studenti, soprattutto nelle aree interne e meno servite.

Lasciare una scuola senza riscaldamento in un comune come Mesoraca significa raffreddare la fiducia dei giovani nelle istituzioni e indebolire il patto educativo su cui si fonda la democrazia. I diritti umani non sono enunciazioni astratte: si misurano nella capacità dello Stato di essere presente anche nei territori più lontani e vulnerabili. Quando il freddo entra nelle aule, è la credibilità delle istituzioni a essere messa alla prova. L’intervento non è più rinviabile.

Prof. Romano Pesavento

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