Cultura

Quelle tre fucilazioni a Reggio Calabria del febbraio del 1937

Il 17 febbraio del 1937, alle prime luci dell’alba, tre uomini con i ferri ai polsi vengono collocati faccia al muro e bendati, davanti al plotone del Regio Esercito italiano. Chi erano costoro? Come si arrivò a tali conseguenze?. L’esecuzione di quelle tre condanne a morte avvenne a seguito dell’omicidio di una giovane reggina, che dopo essere stata violentata, venne uccisa e sepolta nel letto di una delle fiumare di Reggio Calabria. In quell’area vennero rinvenute tre fosse, due delle quali erano state utilizzare per nascondere i cadaveri di due giovani. La fossa vuota, forse sarebbe stata utilizzata per un terzo omicidio o per sviare le indagini. Da qui l’acronimo del “processo delle tre fosse”, che vide coinvolti diversi componenti della malavita organizzata locale. Con l’entrata in vigore del “codice Rocco”, sull’intero territorio della Penisola italiana, nel decennio 1931-1940 vennero eseguite 65 condanne a morte, tre di queste pene capitali furono eseguite a Reggio Calabria. Dal quel ritrovamento, l’acronimo del “processo delle tre fosse”, che vide coinvolti diversi componenti della malavita organizzata locale. Nel greto di una delle fiumare della zona sud di Reggio Calabria, vennero ritrovati i corpi di due giovani: un uomo ed una donna. In un primo momento, le indagini, da parte degli investigatori, non sortirono gli esiti sperati, in quanto si pensò che il mandante di entrambi gli assassinii fosse un’altra persona, poi risultata innocente. Dopo il primo tentativo di depistaggio, architettato dagli autori del duplice omicidio, gli organi investigativi riuscirono a trovare il bandolo della matassa, smascherando l’autore di tali efferati delitti ed a farlo testimoniare contro i suoi complici. La sentenza, emessa dalla Corte d’Assise di Reggio Calabria nell’agosto del 1936, condannava all’esecuzione capitale, tramite fucilazione alla schiena, Francesco Mandalari, Domenico Artuso ed Antonino Destefano, per l’omicidio di Maria Teresa Giulia Ferrante, giovanissima donna che i tre avevano sequestrata, violentata ed uccisa. Queste alcune delle cifre che saranno state oggetto di analisi nel corso della conversazione organizzata dal Circolo Culturale “L’Agorà”. Tenuto conto dei protocolli di sicurezza anti-contagio e dei risultati altalenanti della pandemia di COVID 19 e nel rispetto delle norme del DPCM del 24 ottobre 2020 la conversazione sarà disponibile, sulle varie piattaforme Social Network presenti nella rete, a far data da venerdì 12 aprile.

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