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VIDEO – L’importanza della gestione dei beni confiscati alla mafia in Calabria: un appello collettivo

La questione della gestione dei beni confiscati alla mafia in Calabria assume un ruolo cruciale nella lotta contro il crimine organizzato, richiedendo un impegno collettivo e coordinato. Attualmente, è in corso una campagna per raccogliere firme finalizzate a sollecitare il governo affinché destini gli interessi del Fondo Unico Giustizia a supportare associazioni e cooperative impegnate nella gestione di questi beni. Un sostegno fondamentale, soprattutto nelle fasi iniziali, dove spesso si registra una carenza di risorse e supporto.

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In Calabria, i dati parlano chiaro: circa 5.000 beni confiscati, di cui quasi 3.000 già assegnati per un utilizzo concreto. La campagna attuale si focalizza sul rafforzamento delle associazioni che si occupano della gestione di questi patrimoni pubblici. Le difficoltà principali che affrontano queste organizzazioni emergono nelle fasi iniziali, quando sono necessarie ristrutturazioni e adeguamenti. Molte di esse, infatti, operano senza scopo di lucro e si dedicano esclusivamente a fornire servizi di valore alla comunità.

Nella provincia di Crotone, si contano quasi 100 beni confiscati, e l’associazione Libera sta facendo un lavoro significativo con i giovani, promuovendo attività di volontariato e collaborazioni con le scuole. Inoltre, l’associazione si occupa di monitorare il processo di riutilizzo di questi beni. In Calabria, sono attive quasi 150 realtà del terzo settore dedicate a questo ambito, sottolineando così l’urgenza di un sostegno statale per garantire la loro sostenibilità e il successo delle iniziative intraprese.

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