Ambiente

Comitato “Fuori i Veleni”: “È fondamentale rispettare le norme di sicurezza. Basta parole e passerelle!”

La questione della bonifica del Sito di Interesse Nazionale (SIN) di Crotone richiede trasparenza per evitare distorsioni e manovre destinate a giustificare e nascondere gravi responsabilità legate ai ritardi accumulati in anni di inattività.

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A oltre cinque anni dalla Conferenza dei Servizi decisoria (24 ottobre 2019), che ha approvato il Piano di Bonifica (POB fase 2) e il conseguente DM n. 7/2020, Eni Rewind ha finalmente avviato la bonifica per 40.000 metri cubi, annunciando il trasferimento dei rifiuti a un impianto apposito in Svezia. La disponibilità di impianti all’estero, precedentemente negata, è ora confermata, dimostrando che la nostra insistenza per avviare la bonifica, secondo quanto previsto dal piano approvato cinque anni fa, era giustificata e non “lunare”, come affermato da alcuni personaggi “convertiti” alle volontà di Eni.

Negli anni scorsi, si è tentato di ribaltare questa decisione, diffondendo false informazioni sull’inesistenza di discariche in Italia e in Europa pronte a ricevere i rifiuti del SIN di Crotone. Questo argomento è stato utilizzato per cercare di annullare o eludere il vincolo del Piano Autorizzatorio Unico Regionale (PAUR), che si è dimostrato uno strumento utile e invalicabile a protezione della nostra comunità e del territorio. Pertanto, ribadiamo con fermezza che il PAUR DEVE ESSERE RISPETTATO ED APPLICATO.

Dopo l’annuncio di Eni riguardo al trasferimento di una parte dei rifiuti in Svezia (è meglio tardi che mai!), il Direttore Generale del Ministero ha ritenuto necessario convocare un incontro pubblico per consentire a Eni di presentare le attività di scavo, già avviate da qualche settimana.

Ci saremmo aspettati dal Ministero azioni concrete nei confronti di Eni Rewind per:

a) Garantire misure di sicurezza adeguate per i lavoratori coinvolti nella bonifica e per l’intera cittadinanza;

b) Attivare il monitoraggio e i controlli previsti dalla legge, in particolare dal Decreto Lgs 101/2020, coinvolgendo e rafforzando gli enti pubblici competenti (ARPACAL, SPISAL, SISP, ecc.);

c) Presentare un programma dettagliato e completo di bonifica del SIN, con indicazione degli impianti di trattamento dei rifiuti e dei tempi di realizzazione dell’intero progetto.

Per queste ragioni, il Comitato desidera richiamare l’attenzione di Eni Rewind e del Direttore Generale del MASE, dott. Proietti, sulle normative in materia di sicurezza e controllo delle operazioni di bonifica, che siamo certi conoscano bene. Rimane quindi poco chiaro il motivo per cui è stato convocato l’incontro del 8 luglio su questa problematica.

Eni Rewind deve svolgere le operazioni in conformità con le normative di sicurezza relative alla bonifica.

Il MASE e i suoi rappresentanti devono esigere il rispetto delle leggi e garantire che vengano attuati i controlli e il monitoraggio necessari.

Le istituzioni locali devono esercitare una vigilanza attiva a tutela della salute dei cittadini e dell’ambiente.

Tutto il resto è solo un sipario di passerelle mediatiche, magari utili a coprire anni di immobilismo e abbandono. Gli abitanti di Crotone sono interessati alla sostanza e alla concretezza. La finta partecipazione democratica a scelte già dovute, ma ancora disattese, non ci interessa.

Non ci lasceremo coinvolgere in giochi volti a creare confusione e a fornire alibi per le responsabilità altrui.

Ognuno deve assumersi le proprie responsabilità e rispondere per i propri atti.

Il “Comitato Fuori i Veleni” continuerà a essere coerente e instancabile. Come dimostrato in questi mesi, quando tutto sembrava già deciso, il Comitato è riuscito a far emergere la verità.

La lotta per ripulire Crotone dai veleni attraverso una BONIFICA VERITIERA E COMPLETA continua. Nessuno si illuda di poterla fermare o manipolare.

Il Comitato “Fuori i Veleni. Crotone vuole vivere.”

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