
Incendi a Cirò e nella Locride: Un Caso Emblematico
L’incendio che ha colpito la località crotonese ha danneggiato boschi, oliveti e pascoli, causando la devastazione di paesaggi storici e risorse agricole. La chiusura della strada statale 106 ha messo in luce l’impatto logistico della situazione, con interventi sinergici tra Vigili del Fuoco, Forze dell’Ordine e Anas per ripristinare la viabilità. Il vescovo di Locri-Gerace, Francesco Oliva, ha descritto questi incendi come “ferite profonde” al creato, frequentemente attribuibili a negligenza o atti dolosi.

Sebbene non emergano dettagli specifici sulle motivazioni, si delineano due possibili scenari:
- Interessi economici: la cessione di alberi dai boschi bruciati a prezzi ridotti per l’uso in biomasse potrebbe incentivare comportamenti dolosi. Inoltre, gli incendiari potrebbero puntare ad acquisire terreni a costi contenuti per convertirli in aree agricole o pascolive.
- Fattori psicologici: l’indifferenza verso l’ambiente o la ricerca di attenzione potrebbero spingere alcuni individui a compiere tali atti, specialmente in condizioni climatiche favorevoli come le ondate di caldo.
Le autorità religiose hanno lanciato appelli per una “conversione ecologica”, enfatizzando l’importanza della prevenzione e della responsabilità civica. Tra le misure concrete proposte vi sono l’educazione ambientale, la lotta all’illegalità e la valorizzazione della custodia del creato. Inoltre, la gestione post-incendio richiede una riflessione approfondita sullo sfruttamento sostenibile delle risorse, evitando speculazioni su terreni distrutti.
