
Riportiamo integralmente Nota Stampa di Elisabetta Barbuto M5S
“I nostri pensieri in questi giorni dovrebbero essere rivolti a quanto sta succedendo in Medio Oriente ed alla tragedia verso la quale l’Umanità, ancora una volta senza avere imparato nulla dal passato, sta scivolando. Ed invece, noi a Crotone, nonostante sia ormai chiaro da tempo quale sarà la sorte dei rifiuti, eccoci qui, ancora una volta, a discutere di bonifica. Tema che, nonostante sia tra i più quotati degli ultimi mesi in città, evidentemente non è interessante per la maggior parte dei cittadini, ma sul quale, con toni autenticamente discutibili, il nostro Sindaco, autoincoronatosi leader maximo delle bonifiche, pontifica incessantemente rifuggendo ogni confronto civile e/o aggredendo verbalmente chiunque, oltre lui, “osi” parlarne. E’ ormai noto, infatti, che il tema è solo di sua unica ed esclusiva competenza, chi tocca i fili muore ( gli piacerebbe ) e nessuno può dissentire anche perché confida vivamente nella pressochè totale disinformazione della maggior parte della città distratta, purtroppo, dai murales e dai futuri eventi canori e mangerecci estivi….Circenses a tutta birra, insomma.

Non è la prima volta, e probabilmente non sarà neanche l’ultima, che il “nostro” beneamato primo cittadino rivolge al M5S ed anche alla sottoscritta le sue attenzioni con il consueto garbo che lo contraddistingue. Poco mi interessa d’altronde dello stile del nostro. Ognuno ha il proprio. Bene. Io non sbraito, non allontano o pretendo di allontanare i miei interlocutori perché dissentono dalle mie opinioni, e i miei interventi, a dispetto di quanto il signor Sindaco sostiene, sono basati su dati oggettivi, così come oggettivamente constatabile è il mio lavoro in Parlamento. La lettura del decreto n° 7 del 3 marzo 2020 ci permette, infatti, di verificare che le prescrizioni nello stesso previste, ivi compreso il monitoraggio di cui tanto si parla, sono un di più rispetto a tutto quello che la legge italiana prevede in materia di sicurezza sui cantieri degli addetti ai lavori ed in materia di salute pubblica. Perché il signor Sindaco, tutto proteso ad evidenziare presunte quanto inesistenti responsabilità altrui, si dimentica che il suo ruolo è un ruolo chiave nella tutela della salute pubblica e non utilizza le sue competenze per garantire la migliore risposta alle esigenze di sicurezza dei cittadini che segnalano un problema? Perchè il Signor Sindaco non ha mai ritenuto, sin dall’inizio del suo mandato, di dover denunciare l’omessa bonifica che, anche alla luce di quanto scritto in quel decreto sui tempi di avvio, è decisamente conclamata? Non è che sta già facendo le prove generali e saggiando il terreno per poter dire un domani, quando la maggior parte dei rifiuti andranno a Columbra, come si voleva realmente fin dall’inizio della vicenda, che si è fieramente opposto, ma ha dovuto cedere alla violenza bruta del Ministero? Mi viene in mente quella gag comica in cui il protagonista affermava: Ne ho prese tante, ma quante gliene ho dette…il problema qui è che le prendiamo noi cittadini mentre il Sindaco ci propina i suoi soliloqui in Consiglio, sulla stampa, e ovunque trovi un palchetto sul quale esibirsi.
Comprendo che la miglior difesa sia l’attacco, ma continuo a ritenere che le bugie abbiano le gambe corte e che, essendo il tempo notoriamente galantuomo, la Verità venga sempre a galla.
E la Verità che la consegnerà alla storia di Crotone, caro signor Sindaco, sarà solo una, incontestata ed incontestabile.
Lei verrà ricordato, ad imperitura memoria, come il Sindaco “ ambientalista” durante il cui mandato la città pitagorica, a dispetto delle sue dichiarate intenzioni belliciste durante la campagna elettorale, non solo ha finito di consegnarsi mani e piedi alla volontà dell’ENI di lasciare i rifiuti a Crotone al netto della 40.000 tonnellate svedesi, ma resterà travolta da una pluralità di sciagurate iniziative imprenditoriali quale, solo per citarne una, l’ulteriore inceneritore della A2A, iniziative che continueranno a minare la salute dei nostri concittadini e accelereranno la fuga da Crotone che da città pitagorica diventerà ben presto la città del rifiuto tossico e non. D’altronde se ogni città calabrese viene identificata con un prodotto tipico, noi a cosa altro possiamo pensare se non alla monnezza più o meno speciale?
La “nostra” città è questa. Forse questa cosa non le piace, ma sarebbe ora che le persone si assumano le proprie responsabilità. Lei per primo”
