Cronaca

“Vibo Valentia: Aggressione ai danni di agenti penitenziari, la UILPA chiede interventi urgenti per la sicurezza”

Quattro agenti del Corpo di polizia penitenziaria della Casa Circondariale di Vibo Valentia sono stati vittime di un’aggressione avvenuta in serata, durante la quale un detenuto della sezione dei nuovi giunti, condannato per reati sessuali e affetto da patologie mentali, ha lanciato pietre ricavate dallo sradicamento di calcestruzzi all’interno della cella. La situazione all’interno del penitenziario vibonese sta assumendo toni allarmanti, con una frequenza di eventi disfunzionali e aggressioni nei confronti del personale che ormai è diventata quasi quotidiana. È urgente l’adozione di misure per rafforzare gli organici e garantire la presenza stabile di un comandante della Polizia penitenziaria; è altresì fondamentale rivedere l’organizzazione interna della struttura.

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Queste sono le parole di Antonio Cerminara, rappresentante della Segreteria Territoriale della UILPA Polizia penitenziaria.

Attualmente, nel carcere si trovano 414 detenuti, a fronte di una capienza di soli 395 posti. Tuttavia, sono solo 190 gli agenti assegnati, ben al di sotto dei 287 necessari, secondo le stime del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, che evidenziano un deficit del 34%. Inoltre, da oltre un anno è assente il Comandante del Reparto, una situazione che, nonostante l’impegno del funzionario attualmente in servizio temporaneo, non riesce a garantire la continuità necessaria per la gestione di una realtà complessa come quella vibonese, che ospita quattro diversi circuiti detentivi. Solo due giorni fa, insieme ad altre Organizzazioni Sindacali, è stata inviata una nota al Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria per sollecitare l’assegnazione di un Comandante in pianta stabile.

Cerminara esprime solidarietà ai colleghi contusi, attualmente in cura presso il pronto soccorso dell’ospedale cittadino, e aggiunge il suo personale augurio di pronta guarigione. Allo stesso tempo, rivolge un appello alle istituzioni penitenziarie e al Ministero della Giustizia, esortandoli a intervenire concretamente prima che la situazione degeneri ulteriormente.

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