CronacaVideo News

VIDEO – Assolto Raffaele Falbo (ex Sindaco di Melissa): Il Tribunale di Crotone Dichiara “Il Fatto Non Sussiste”

L’ex sindaco di Melissa, Raffaele Falbo, ha ottenuto una significativa vittoria legale, essendo stato assolto dal Tribunale penale di Crotone. La sentenza ha stabilito che “il fatto non sussiste” in merito alle accuse di pressioni mafiose che lo coinvolgevano. Questo risultato arriva dopo un processo che ha suscitato notevole attenzione, data la sua rilevanza nella lotta contro la criminalità organizzata in Calabria.

Pubblicità

Le Accuse e la Loro Evoluzione

Falbo, inizialmente accusato di concussione mafiosa, ha visto l’imputazione ridimensionata dal pubblico ministero in “induzione indebita a dare o promettere utilità con l’aggravante mafiosa”. Il pm Elio Romano aveva richiesto una pena di quattro anni e quattro mesi di reclusione, modificando l’accusa in corso d’opera, dopo che un testimone chiave aveva smentito in aula l’elemento della costrizione.

L’accusa sosteneva che, in qualità di sindaco, Falbo avesse esercitato pressioni su Pietro Passeri, amministratore della società “Gruppo operatori servizi tecnologici”, responsabile della manutenzione del depuratore comunale. Secondo l’imputazione, il sindaco avrebbe insistito affinché venisse assunto Salvatore Filosa, figlio di un presunto affiliato alla ‘ndrangheta, ritenuto dagli inquirenti un referente locale della cosca. Si affermava che l’assunzione sarebbe avvenuta “senza giustificazione” e a condizioni svantaggiose per l’azienda, configurando un tentativo di avvantaggiare la cosca Farao Marincola.

Pubblicità

La Strategia della Difesa e il Giudizio Finale

Gli avvocati difensori, Antonello Talerico e Giuseppe Peluso, hanno presentato una narrazione alternativa, riuscendo a convincere i giudici sull’assenza di illeciti. Hanno categoricamente negato l’esistenza di pressioni per l’assunzione di Filosa, ricollegando invece la scelta a necessità tecniche e amministrative legate alla situazione critica del sistema di depurazione comunale.

Un aspetto cruciale della difesa ha riguardato la conoscenza dei fatti criminosi: secondo i difensori, la nomina di Filosa non era influenzata dal suo legame familiare con un presunto affiliato mafioso, ma era dettata da esigenze operative. Il tribunale ha accolto questa interpretazione, stabilendo che né Falbo né altri membri dell’amministrazione potessero essere consapevoli dei presunti legami criminali.

Reazioni e Implicazioni della Sentenza

L’avvocato Talerico ha commentato il verdetto, affermando che “l’assoluzione di Falbo evidenzia il rischio di un abuso nel rinviare a giudizio amministratori pubblici, soprattutto quando si evocano impropriamente contesti mafiosi”.

La difesa ha messo in luce come l’impianto accusatorio sia stato completamente demolito, nonostante la modifica del capo d’imputazione, sottolineando che la vicenda non si basava su prove solide, ma su interpretazioni forzate. Talerico ha anche evidenziato il danno reputazionale subito da Falbo, un danno che spesso persiste anche dopo un’assoluzione.

La sentenza funge da monito sull’importanza di una responsabilità nell’azione penale, ribadendo che la responsabilità penale non deve basarsi su sospetti, e che le istituzioni pubbliche non possono essere “ostaggio di procedimenti avviati con leggerezza”.