Cronaca

9 dicembre: Giornata internazionale contro la corruzione Libera la Calabria al secondo posto in Italia per indagati

Italia sotto mazzetta. Nel periodo 1° gennaio–1° dicembre 2025 Libera ha censito, sulla base di notizie di stampa e comunicati ufficiali, 96 inchieste su corruzione e concussione — una media di circa otto al mese — che coinvolgono 49 procure in 16 regioni e 1.028 persone indagate (nel 2024 erano 588). Le indagini spaziano dalla corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio al voto di scambio politico-mafioso, dalla turbativa d’asta all’estorsione aggravata dal metodo mafioso.

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Le regioni del Sud e le isole guidano la classifica con 48 inchieste, seguite dal Centro (25) e dal Nord (23). In testa per numero di inchieste la Campania (18), poi Lazio (12) e Sicilia (11); prima regione del Nord la Lombardia (10). Se si considera il numero degli indagati cambia la graduatoria: la Campania è ancora prima con 219 indagati, seguita da Calabria (141), Puglia (110) e Sicilia (98). Nel Nord la Liguria conta 82 indagati, il Piemonte 80. Tra gli indagati figurano 53 politici (5,5% del totale), di cui 24 sindaci.

Le vicende ricostruite dalle inchieste sono eterogenee: “mazzette” per attestazioni di residenza false volte a ottenere la cittadinanza iure sanguinis o certificati di morte contraffatti; tangenti per la gestione di appalti pubblici — sanità, rifiuti, grandi opere, concessioni edilizie, mense scolastiche — concorsi universitari truccati, scambi politico-elettorali e infiltrazioni mafiose in grandi opere. Libera osserva una corruzione spesso “solidamente” regolata, sistemica e organizzata, con ruoli che vanno dall’alto dirigente al faccendiere, dall’imprenditore colluso al boss mafioso.

“Il ricorso alla corruzione sembra diventare sempre più una componente ‘normale’ e accettabile della carriera politica e imprenditoriale”, avverte Francesca Rispoli, copresidente nazionale di Libera. Secondo l’associazione, la normalizzazione induce una “selezione dei peggiori” e degrada la qualità dei servizi pubblici e della pratica democratica, alimentando rassegnazione e complicità sociale.

Dal versante delle proposte, la piattaforma nazionale “Fame di verità e giustizia” sollecita misure concrete: regolazione stringente dei conflitti di interesse, controllo e trasparenza del lobbying, registri e vigilanza sui finanziamenti privati a partiti e associazioni, corsi universitari e professionali su etica pubblica e lotta alla corruzione, e trasparenza amministrativa effettiva per favorire il monitoraggio civico.

“In Calabria — sottolinea Giuseppe Borrello, referente regionale di Libera — la corruzione è strumento privilegiato della ‘ndrangheta, con costi indiretti pesanti in termini di inefficienze e perdita di fiducia nelle istituzioni.” Libera richiama inoltre la necessità di rafforzare presidi preventivi e repressivi, oggi in parte depotenziati, per spezzare meccanismi di cattura dello Stato da parte di élite impunite.

La fotografia scattata a ridosso della Giornata internazionale contro la corruzione restituisce un quadro allarmante ma non definitivo: le indagini sono in corso e vale la presunzione di non colpevolezza. Per Libera la risposta efficace richiede un patto tra istituzioni e cittadinanza attiva, investimenti su trasparenza, prevenzione e cultura della segnalazione per ricostruire fiducia e difendere il bene comune.

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