Cronaca

Confisca da Oltre 830 Mila Euro alla Cosca Trapasso: Un Colpo della Guardia di Finanza di Catanzaro alla ‘Ndrangheta Calabrese

La Guardia di Finanza di Catanzaro ha eseguito un decreto di confisca emesso dal Tribunale locale, sequestrando beni per un valore complessivo superiore agli 830 mila euro nei confronti di tre esponenti della cosca Trapasso di San Leonardo di Cutro. Questo provvedimento segna un’importante azione contro le attività criminali della ‘ndrangheta calabrese, evidenziando l’impegno delle autorità nel combattere l’arricchimento illecito dei clan mafiosi.

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Dettagli sui Beni Confiscati

Immobili e Conti Bancari Sotto Sequestro

La confisca ha interessato otto unità immobiliari situate a Cutro e due rapporti bancari. Gli accertamenti condotti dalle Fiamme Gialle, sotto la supervisione della Procura della Repubblica di Catanzaro e della Direzione Distrettuale di Accusa, hanno coinvolto Giovanni Trapasso, considerato il capo del clan, e i suoi figli Leonardo e Tommaso. Le indagini hanno rivelato una netta sproporzione tra i redditi dichiarati dai tre e il patrimonio accumulato, giustificando così l’applicazione delle misure di prevenzione patrimoniale.

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L’Operazione Borderland

Dallo Scontro all’Azioni Giudiziarie

I tre membri della cosca erano già stati coinvolti nell’operazione “Borderland” del 2016, condotta dalla Direzione Distrettuale di Catanzaro, che aveva portato all’arresto di numerosi affiliati e allo smantellamento della cosca predominante nel territorio tra le province di Catanzaro e Crotone. Giovanni Trapasso, in seguito, è stato condannato a 19 anni di carcere a causa delle indagini scaturite dall’operazione.

La cosca Trapasso era parte integrante della locale di Cutro, affiliata ai “Grande Aracri”, e mantenva forti legami con le famiglie mafiose dei Farao-Marincola di Cirò Marina.

Attività Criminali della Cosca

Racket, Estorsioni e Traffici Illeciti

Le operazioni illecite dei Trapasso coprivano vari ambiti. La cosca si era specializzata nell’imposizione del racket ai villaggi turistici locali, costituendo una seria minaccia per gli imprenditori. Oltre alle estorsioni, il gruppo aveva investito in immobili tramite intestazioni fittizie e gestito traffici di armi, consolidando così la propria influenza nella criminalità organizzata calabrese.

In aggiunta, la cosca era arrivata a espropriare beni strumentali dalle aziende colpite dalle estorsioni, esercitando un controllo intimidatorio sulle vittime.

Indagini Patrimoniali

Ricostruzione del Patrimonio Illegittimo

Le indagini economico-patrimoniali condotte dal Gruppo Investigazione Criminalità Organizzata del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Catanzaro hanno consentito una dettagliata ricostruzione dei patrimoni dei tre indagati e delle loro famiglie. L’analisi ha rivelato incongruenze tra il valore dei beni e i redditi dichiarati. I beni erano stati inizialmente sequestrati il 19 febbraio 2021, e il recente decreto di confisca definitiva conclude il procedimento di prevenzione avviato dal Tribunale di Catanzaro, in base agli accertamenti della Procura e della Direzione Distrettuale di Accusa.