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VIDEO – Operazione contro il clan Piromalli: 26 arresti e un sequestro di beni per 7 milioni di euro

Nelle prime ore del 23 settembre, il Raggruppamento Operativo Speciale dei Carabinieri ha attuato un’importante operazione contro il clan Piromalli, con il supporto dei Comandi Provinciali delle forze armate in diverse località, tra cui Benevento, Lecce, Milano, Nuoro, Palermo, Reggio Calabria, Santa Maria Capua Vetere e Ventimiglia. Questa azione segue un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Tribunale di Reggio Calabria, su richiesta della Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia. Sono 26 le persone coinvolte, accusate di gravi reati legati all’associazione mafiosa, estorsione, riciclaggio, e altre attività illecite aggravate dal metodo mafioso.

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L’indagine, avviata nel 2020, si concentra sulla cosca Piromalli, un elemento chiave della Ndrangheta. Secondo le autorità, i fratelli Giuseppe, Gioacchino e Antonio Piromalli, figure di spicco, avrebbero esercitato il controllo strategico sulle operazioni illecite del gruppo. In particolare, Giuseppe Piromalli, rilasciato nel maggio 2021 dopo 22 anni di detenzione, ha ripreso il comando, riorganizzando le funzioni all’interno della cosca e imponendo una pressione estorsiva su imprenditori e commercianti locali.

Le indagini hanno messo in luce un sistema complesso di riciclaggio, dove i proventi illeciti, prevalentemente in contante, venivano reinvestiti in attività economiche riconducibili al clan, specialmente nel settore agricolo. Le operazioni illecite includevano anche la manipolazione delle aste giudiziarie per acquisire beni di valore, eludendo le misure di prevenzione patrimoniale.

In concomitanza con gli arresti, il ROS ha eseguito un sequestro preventivo urgente di beni per un valore complessivo di 3 milioni di euro, comprendente 6 immobili, 16 appezzamenti di terreno, e 5 imprese. Inoltre, sono state adottate misure patrimoniali per oltre 4 milioni di euro contro Giuseppe Piromalli e il suo associato Antonio Zito, evidenziando la pericolosità sociale e la gestione unitaria della cosca, che opera come un’entità economica coesa.

È importante sottolineare che i provvedimenti adottati sono ancora suscettibili di impugnazione e che gli indagati devono essere considerati innocenti fino a sentenza definitiva.

Reggio Calabria, 23 settembre 2025
Dr. Giuseppe Borrelli, Procuratore della Repubblica

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