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TERRA MADRE | IL POLLINO MONTAGNA CHE UNISCE E SORPRENDE

Presentato alla presenza della vice presidente di Slow Food Italia, Roberta Billitteri, il protocollo d’intesa tra il parco e il movimento chiocciolato. Si allarga all’area sud della Basilicata il presidio del fagiolo poverello. 

Pollino montagna che unisce, dove i produttori eroici tramando una identità alimentare che ha radici solide, animate dalla passione per una tradizione mai dimenticata e che oggi trova piena valorizzazione nella forte collaborazione e sinergia tra l’Ente Parco nazionale del Pollino e Slow Food Italia. E’ stato presentato nello stand dell’area protetta calabro – lucana, la più grande d’Italia, il protocollo d’intesa siglato tra Slow Food Italia e il parco nazionale del Pollino. 

Alla presenza del vice presidente di Slow Food Italia, Roberta Billiteri, del presidente dell’Ente Domenico Pappaterra (collegato in video conferenza), della funzionaria dell’ente presente a Torino, Marianna Gatto, dei referenti regionali di Slow Food Calabria, Michelangelo D’Ambrosio, e Slow Food Basilicata, Paride Leone, e dei referenti delle condotte del Pollino, Anita Ferrari, Teresa Maradei, Vincenzo Alvaro, si è parlato del tema delle «nuove geografie» rilanciato anche dall’altro vice presidente di Slow Food Italia, Valter Tiraboschi che ha fatto visita allo spazio istituzionale, composto da una sala degustazione e un desk di racconto e narrazione delle 57 aziende presenti nella collettiva del Pollino, nella prima giornata. 

«Siamo qui per rilanciare la potenza attrattiva della nostra area protetta – ha dichiarato Pappaterra durante il collegamento – e della pluralità di produzioni che sono il valore aggiunto da far conoscere e tutelare anche in chiave turistico esperienziale per quanti scelgono il Pollino e vorranno conoscerlo da vicino, anche grazie alla strategia di promozione che abbiamo attivato con il portale visitpollino. Il nostro percorso con Slow Food, iniziato da diverso tempo, oggi si concretizza con questo nuovo strumento che rafforza la sinergia e gli obiettivi che abbiamo in comune con il movimento di Carlin Petrin e che ci condurranno in un percorso che da qui inizia per continuare a sostenere la filiera agricola di qualità del cibo buono, pulito e giusto». 

Un lavoro che il Parco del Pollino sul territorio ha da sempre strutturato dando vita alla prima comunità del cibo, sostenendo gli agricoltori custodi, valorizzando gli itinerari di agro biodiversità e che oggi si rafforza con il protocollo d’intesa con Slow Food – ha ricordato Marianna Gatto – sottolineando «che il Pollino è una montagna che unisce e non divide e dove le identità alimentari devono e vogliono essere valorizzate e custodite perchè se le perdessimo tutti diventeremmo più poveri. Dobbiamo dire grazie e sostenere i produttori che coraggiosamente continua a produrre all’interno del perimetro della nostra area protetta assicurando la conservazione di una identità alimentare unica e variegata». 

Soddisfatti del risultato raggiunto con l’azione di animazione dei territori attraverso Slow Food anche Michelangelo D’Ambrosio e Paride Leone, portavoci regionali di Calabria e Basilicata, che hanno sottolineato come «il confine è una opportunità di crescita e unità. Ora – hanno continuato – dobbiamo continuare con azioni sui territori per concretizzare questo protocollo come strumento di grande crescita e opportunità per tutta la comunità del Parco». 

La vice presidente di Slow Food Italia, Roberta Billitteri, ha rimarcato quanto sia importante che «le parole si traducono in fatti. Il protocollo trova oggi concretizzazione in un percorso ambizioso sulla base di un principio che il cibo buono pulito gusto e sano è per tutti. Se il cibo è un diritto – ha rilanciato – i prodotti sono molto di più: rappresentano storie e scelte di vita». Nel suo intervento presso lo stand di Terra Madre a Torino la Billitterri ha anche annunciato che l’allargamento del Presidio del Fagiolo poverello ad altri produttori del Parco del Pollino. Un altro importante riconoscimento per il  territorio che sta esprimendo «una grande vitalità e un lavoro importante per la difesa della biodiversità»

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