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Cucina italiana Patrimonio dell’UNESCO: Coldiretti Calabria traguardo storico per le tradizioni regionali e sprint per agroalimentare e turismo

La cucina italiana è stata iscritta nella lista del Patrimonio Immateriale dell’Umanità dall’UNESCO: un risultato celebrato da Coldiretti e Campagna Amica, che hanno affidato la festosa comunicazione a un video #ÈUnesco con i “cuochi contadini”, interpreti autentici della tradizione gastronomica delle campagne italiane.

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Per Coldiretti Calabria, il riconoscimento rappresenta «un traguardo che valorizza il nostro Paese premiando anche il lavoro quotidiano delle aziende agricole calabresi», dichiara Franco Aceto, presidente regionale. Aceto sottolinea come le produzioni locali, spesso legate a varietà uniche e competenze tramandate, contribuiscano a definire l’identità territoriale che l’UNESCO intende tutelare.

Il valore economico della cucina italiana è rilevante: secondo l’analisi Coldiretti su dati Deloitte Foodservice Market Monitor 2025, il settore vale 251 miliardi di euro, con una crescita del 5% rispetto all’anno precedente. I mercati di Stati Uniti e Cina da soli pesano per oltre il 65% dei consumi globali della cucina italiana.

Un sondaggio Coldiretti/Censis rileva che il 94% degli italiani considera l’iscrizione all’UNESCO un’opportunità di sviluppo per l’economia e per l’immagine del Paese. L’iscrizione viene letta come una «certificazione di alto profilo» che potrà favorire filiere, territori e la promozione turistica legata all’enogastronomia.

Accanto alle ricadute positive, Coldiretti Calabria richiama l’attenzione sul fenomeno dell’“italian sounding”: secondo Ixè oltre il 50% degli italiani segnala di aver trovato all’estero piatti e prodotti tricolori “taroccati”, realizzati con ingredienti o procedure estranee alla tradizione autentica.

Per favorire formazione e promozione, Coldiretti, Filiera Italia e Campagna Amica, con il supporto del Ministero degli Esteri, hanno promosso la nascita dell’Accademia della cultura enogastronomica italiana. L’Accademia è pensata per formare giovani professionisti — da scuole di cucina e alberghiere a facoltà specializzate — e per aggiornare operatori già attivi nel settore, coinvolgendo anche le reti diplomatiche e gli uffici di promozione all’estero.

Tra i partner del progetto figurano la World Farmers Markets Coalition, la Fondazione Evoschool e la piattaforma «I love Italian food», che raccoglie circa 25.000 contatti tra buyer, chef, ristoratori, distributori, giornalisti e influencer, con l’obiettivo di rafforzare la tutela e la promozione del patrimonio gastronomico nazionale sui mercati internazionali.

Il riconoscimento UNESCO, concludono i promotori, non è solo un simbolo: è uno strumento per valorizzare la trasparenza, la qualità e l’identità dei territori, potenziando l’agroalimentare e il turismo attraverso la difesa delle filiere e la formazione delle nuove professionalità.

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