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Il grande circo internazionale arriva a Reggio Calabria con Alis e la mente che l’ha creato è tutta italiana

Quando il genio imprenditoriale incontra l’arte circense nasce Le Cirque World top Performer dove tutto è possibile, anche portare i migliori artisti del mondo in scena il 21 e 22 aprile al PALACALAFIORE di Reggio Calabria.

Cosa c’entra Alice con uno spettacolo circense? E come è possibile che un settore diviso fra la crisi dei piccoli circhi e colossi dell’intrattenimento abbia visto nascere la più grande compagnia a livello europeo?

Per rispondere bisogna fare un passo indietro, agli albori del noveau cirque. Sebbene il circo contemporaneo sia nato negli anni ‘70 si può dire che la sua vera forma sia nata da Guy Laliberté assieme al grande Franco Dragone. Negli spettacoli da loro creati numeri scorrono seguendo il filo di una storia, in una perfetta armonia tra luci, suoni, coreografie e danza e soprattutto senza l’uso di animali.

Raccogliendo la loro eredità è nato Alis, uno spettacolo che parla ad adulti e bambini di sogni, bellezza, adrenalina, allegria, in un continuo caleidoscopico come la fiaba a cui si ispira. Gianpiero Garelli, fondatore e guida di Le Cirque WTP e veterano nell’organizzazione degli eventi, è riuscito in una impresa da molti giudicata impossibile (specie con il covid nel mezzo): portare mettere a sedere più di 260.000 spettatori entusiasti, avere 120 artisti all’attivo e due spettacoli da ripetuto sold out ovunque vada. Tutto è nato dalla geniale intuizione di organizzare in prima persona uno spettacolo che potesse essere venduto alle serate di Gala. Tanti gli chiedevano di portare il Cirque du Soleil a convention ed eventi ma il colosso canadese non era attrezzato per questo tipo di format. Le Cirque WTP ha l’immenso merito di aver portato artisti e numeri internazionali alla portata di tutti quelli che normalmente avrebbero potuto ammirarli solo in qualche registrazione. Soprattutto al sud è impensabile avere uno spettacolo del Cirque du Soleil e per una famiglia media affrontare viaggio, pernottamento e biglietti per lo spettacolo diventerebbe proibitivo. Grazie a voi invece tantissimi hanno potuto avvicinarsi a questa innovativa forma d’arte circense. Gianpiero Garelli: Fin dalla nascita del nostro progetto abbiamo pensato che avremmo potuto e dovuto portare questi spettacoli anche in città diciamo “non primarie” come sono sempre state considerate Roma, Torino Milano etc. Questo è stato premiato perché ho avuto riscontri veramente incredibili dai centri e dalle città che abbiamo visitato.

Le Cirque WTP ha puntato da subito sia su artisti emergenti che su quelli di grande esperienza e fama. Ha iniziato infatti ingaggiando performer che hanno fatto la storia del circo ma che ai 330 spettacoli l’anno preferivano scommettere su questo (allora) nuovo progetto che prevede tournée da 120 esibizioni intervallate da alcuni mesi di riposo.

Ritroviamo così in Alis grandi artisti molti dei quali provenienti dal Cirque du Soleil. A partire dal direttore artistico, nonché istrionico Maestro di cerimonia, Onofrio Colucci /(“O” a Las Vegas, Zaia a Macao, Zed a Tokyo) ci sono iconiche presenze da show come Dralion, Quidam, Zed, Corteo.

Chiediamo quindi se ci siano ad oggi rapporti di collaborazione fra Le Cirque WTP ed il colosso canadese.

G.P. “Legami odierni nessuno dopo i cambi di proprietà avvenuti col passaggio da Guy Laliberté ai fondi americani e successivo chapter eleven e nuovi azionisti. Oggi noi siamo una cosa e loro sono un’altra cosa.”

Sul palco vediamo due estremi: Asia Tromler ovvero “Alis” in persona, ingaggiata quando aveva appena 17 anni e Yves Decoste che nonostante abbia superato i 60 porta in scena l’iconico “Statue Act” assieme a Valentina Sidenko. Tuttavia non è certo l’unico veterano del palco. Anche Jonathan Morin ha 22 anni di esperienza alle spalle e quindi ci chiediamo se non sia un rischio investire su artisti non propriamente nel fiore degli anni o al contrario appena sbocciati.

G.P. L’esempio che ha portato è una eccezione incredibile. Yves è personaggio pazzesco che è riuscito il suo corpo ma soprattutto la sua capacità mentale per fare il suo fantastico numero. I giovani per noi sono importanti e ovviamente li curiamo e ricerchiamo attraverso i principali festival internazionali. Il fatto di avere artisti mediamente di età, anche 40, 45, 50 è un elemento purtroppo penalizzante negli atti di forza mentre non lo è in clownerie o giocoleria.

Che dire? I fatti hanno dato indubbiamente ragione alla visione di Gianpiero Garelli. La dimostrazione forse che a fare ciò che “fanno tutti” non si diventa grandi. Invece “Alis” è pronta a portarci attraverso lo specchio e farci scoprire che tutto è possibile. Due ore di magia pura, una perla così lucente che pare quasi troppo bello per essere vero l’averla a due passi da casa. “Un viaggio alla scoperta di ciò che non t’aspetti, per imparare di nuovo a meravigliarsi” come lo definisce il Maestro di Cerimonia. E voi, siete pronti ad abbandonare la routine e partire?

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