Provincia di Vibo. Il Consiglio approva il Bilancio di Previsione 2023-2025
“Senso di responsabilità”. È questo il concetto richiamato e sviluppato più volte da tutti i consiglieri dei vari schieramenti intervenuti nel corso dell’ultimo Consiglio della Provincia di Vibo Valentia che – sia pure da posizioni politiche distanti e ben distinte – hanno con la loro condotta istituzionale consentito l’approvazione del Bilancio di Previsione 2023-2025.
“Senso di responsabilità, nei riguardi dei cittadini, dei dipendenti e dell’intera realtà territoriale” che ha portato Domenico Tomaselli, Maria Teresa Centro e Marco Miceli, eletti in Consiglio nella coalizione di centrosinistra “La Provincia del Futuro”, ad abbandonare l’aula (e quindi a consentire alla maggioranza di avere i numeri per approvare il bilancio). Un “abbandono” dell’assise consiliare avvenuto, però, dopo aver espresso, in maniera forte ed estremamente decisa, «il proprio dissenso politico nei riguardi della fallimentare gestione – su più fronti amministrativi – del centrodestra vibonese», nonché nei confronti dello stesso presidente, Corrado Antonio L’Andolina, invitato «ad una profonda riflessione politico-istituzionale e a cambiare rotta».
“Senso di responsabilità”, al quale ha fatto ricorso anche Elisa Fatelli (eletta in Consiglio con Coraggio Italia), uscendo dall’aula al momento della votazione «al fine di salvaguardare i dipendenti e di non pregiudicare il rilancio di un ente di fondamentale importanza per le sorti future del territorio provinciale». Il tutto dopo aver manifestato, anch’ella, aspre critiche nei riguardi della recente gestione amministrativa.
“Senso di responsabilità” che ha portato anche Vito Pirruccio, eletto con Forza Italia, e Alessandro Lacquaniti, (quest’ultimo eletto con Coraggio Italia ma dissociatosi dalla maggioranza nel corso del precedente Consiglio) a votare contro l’approvazione del bilancio, ma rimanendo comunque in aula per garantire il numero legale. Entrambi i consiglieri provinciali, però, avevano affermato chiaramente il loro dissenso, con Lacquaniti che aveva chiesto in maniera perentoria al presidente L’Andolina «di fare subito un passo indietro, dimettendosi!».