Riceviamo e pubblichiamo: Porto di Crotone operatori portuali e marittimi
Porto di Crotone ancora tutto a rilento. Gli operatori portuali: arrivati al limite della sopportazione umana.
La comunità portuale crotonese esprime forte rammarico per l’ennesimo rinvio legato all’affidamento dell’incarico per la redazione della variante al Piano Regolatore Portuale PRP del Porto di Crotone, nonostante la presentazione ed approvazione del Masterplan del 2019 e il
via libera da parte del Ministero.
Un disappunto che diventa evidente per via degli enormi danni che il territorio crotonese subisce in virtù del sottosviluppo e sottoutilizzo dell’infrastruttura portuale e la questione del Masterplan rappresenta la tipica goccia che fa traboccare il vaso.
Sono ormai trascorsi circa 15 anni dall’ingresso del Porto di Crotone nell’ambito dell’Autorità portuale di Gioia Tauro, mai diventata Autorità portuale della Calabria, e 5 anni dalla riforma nazionale delle autorità di sistema portuale, che caso unico in Italia ancora non ha trovato attuazione proprio a Gioia Tauro, ad oggi incredibilmente ancora commissariata e che continua a mantenere l’anacronistica denominazione A.P. di Gioia Tauro.
I risultati attesi dal territorio di Crotone non sono mai arrivati; anzi si è vissuto e si continua a vivere un immobilismo gestionale e dirigenziale che sfocia spesso nel grottesco. Basti pensare che ad oggi
non è presente nella città di Crotone una sede periferica dell’autorità portuale dotata di personale e dirigenti. Le numerose imprese, aziende e attività crotonesi legate all’economia del mare subiscono quindi gravissimi e incalcolabili danni, con pessime ricadute sull’occupazione e sugli affari, che, di fatto, limitano la crescita della Regione Calabria e quindi dello stesso PIL dello Stato italiano.
Negli ultimi anni, grazie al forte impulso della Camera di Commercio di Crotone, che si è fatta portavoce delle numerose aziende operanti nel porto, con la costituzione della Consulta Marittima, pareva essersi avviato un nuovo periodo di concertazione bottom-up e pianificazione strategica per la crescita del Porto di Crotone, culminato proprio nella redazione congiunta e condivisa del Masterplan portuale, base stessa per la tanto attesa variante al PRP. Tale redazione, cofinanziata dalla CCIAA e dalla stessa Autorità Portuale di Gioia Tauro, deriva da oltre 9 anni di riunioni, conferenze, pareri, studi e approfondite analisi ingegneristiche, di conseguenza tutti gli operatori portuali di Crotone e gli enti del territorio erano finalmente convinti di essere giunti a una visione di sviluppo comune, a uno strumento di pianificazione capace di far partire gli investimenti strutturali, come quelli per il dragaggio, la bonifica, il completamento delle banchine, insomma per la
riorganizzazione sistemica del grande porto di Crotone, hub strategico a livello nazionale.
Invece, con non poco sgomento, dopo tutti i pareri espressi e le posizioni favorevoli giunte dal Ministero, in una recente riunione tenuta presso la Capitaneria di Porto di Crotone, l’Autorità portuale di Gioia Tauro, nella persona del suo commissario straordinario, ha espresso la volontà di far ripartire l’iter progettuale per poi procedere dopo 70 giorni a una nuova presentazione di proposte.
Una scelta che ha dell’incredibile, che ha spiazzato tutti, e che se attuata porterà nuovamente a procrastinare per altri lunghi anni lo sviluppo del Porto di Crotone.
Tutto questo è inaccettabile. L’associazione Operatori Portuali e Marittimi di Crotone intende ribadire con forza, a tutti i livelli istituzionali, ai portavoce politici e agli Enti, la propria contrarietà
a questa ennesima azione che lede gli interessi di Crotone.
Una situazione davvero drammatica che non può essere più sostenuta da una provincia, come quella di Crotone, che vive da oltre trent’anni una fase economica disastrosa, con indicatori socio-economici tutti negativi, che l’hanno portata ad essere una delle aree più depresse
d’Europa.
A maggior ragione avere un porto in pratica bloccato da una gestione dirigenziale affidata a un’autorità portuale commissariata da anni, che di fatto non è mai stata capace di tutelare gli interessi della fascia ionica calabrese e del Porto di Crotone, fa riflettere sulle azioni da
mettere in campo a livello politico e amministrativo per il futuro crotonese.
Se i presupposti di una nuova autorità di sistema sono questi è forse il caso di volgere le spalle al Tirreno e abbracciarsi al Mar Ionio.
Associazione Operatori Portuali e Marittimi