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Arrestato il sesto ed ultimo scafista del naufragio di Cutro dalla Squadra Mobile e dalla Sezione Operativa Navale della Guardia di Finanza di Crotone

Nella mattinata odierna, personale della Polizia di Stato e della Sezione Operativa Navale della Guardia di Finanza di Crotone, ha dato esecuzione all’ordinanza cautelare applicativa della custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Crotone, su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di un soggetto di nazionalità siriana, fortemente indiziato, a vario titolo, del reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, del reato di naufragio colposo di imbarcazione adibita a trasporto di persone nonché del reato di morte come conseguenza del delitto di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, fatti commessi nelle acque di Steccato di Cutro, e riconducibili al naufragio del 26 febbraio di quest’anno.

Il provvedimento restrittivo è stato adottato nel corso della prosecuzione delle indagini, svolte dai poliziotti della Squadra Mobile di Crotone e dai finanzieri della Sezione Operativa Navale della Guardia di Finanza di Crotone, coordinate dalla Procura di Crotone, volte all’individuazione dei responsabili dell’organizzazione ed esecuzione della tragica traversata terminata con l’affondamento del caicco Summer Love e la morte di 94 persone.

In particolare, centottanta cittadini di varie nazionalità extra UE erano partiti dalle coste turche a bordo dell’imbarcazione Luxury 2; nel corso della navigazione, a causa di un’avaria occorsa nel mare Egeo, il natante veniva sostituito con il caicco Summer Love, che giungeva in loco con a bordo due scafisti turchi, uno fermato nell’immediatezza e l’altro arrestato dalla polizia austriaca in Austria in esecuzione di un mandato di arresto europeo emesso dall’Autorità Giudiziaria italiana. Effettuato il trasbordo dei migranti, l’imbarcazione proseguiva nella rotta verso le coste italiane, con la collaborazione di altri quattro scafisti, due di origine pakistana deputati alla gestione dei passeggeri, anch’essi sottoposti a fermo di p.g., un quinto di origine turca, deceduto nel corso del naufragio e l’ultimo di origine siriana allontanatosi dal luogo facendo perdere le proprie tracce.

Le acquisizioni probatorie, raccolte principalmente dalle dichiarazioni dei migranti sopravvissuti, dalle immagini acquisite dai telefoni cellulari e dai dati estrapolati dal Sistema Automatico di Riconoscimento Immagini (SARI), consolidavano l’ipotesi investigativa della presenza di un sesto scafista di nazionalità siria

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