Cultura

Cinema&Cinema e Museo Archeologico Lametino: Il patrimonio archeologico calabrese incontra i nuovi linguaggi della cultura digitale

Lamezia Terme — Ha riscosso grande successo “Minecraft. Sulle tracce della storia”, l’iniziativa che sabato 13 dicembre ha trasformato il Museo Archeologico Lametino, nel Complesso San Domenico, in un laboratorio aperto di sperimentazione culturale e digitale. L’evento, inserito nella rassegna Cinema&Cinema 2025 promossa da Arci Lamezia Terme – Vibo Valentia APS, ha unito archeologia, gaming e cinema in un percorso pensato per avvicinare i più giovani al patrimonio calabrese.

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Al centro della giornata il “Laboratorio di gaming: dalla preistoria al pixel”, frutto della collaborazione tra i Servizi Educativi del Museo e un team specializzato in coding e sviluppo. I partecipanti hanno osservato e studiato reperti autentici — dai choppers ai nuclei di ossidiana di Casella di Maida — per poi reinterpretarli e ricostruirli nell’ambiente virtuale di Minecraft. Non semplici spettatori, dunque, ma piccoli creatori capaci di trasformare conoscenza materiale in narrazione digitale.

La conclusione dell’incontro ha previsto la proiezione di “Un film Minecraft”, che ha chiuso l’esperienza collegando il dispositivo ludico ai linguaggi cinematografici e offrendo una restituzione pubblica delle attività svolte. L’iniziativa ha così dimostrato come il gioco possa diventare strumento di apprendimento critico e di coinvolgimento attivo del pubblico.

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L’apertura al gaming si inserisce in una strategia più ampia di Audience Development del Museo Archeologico Lametino, volta a dialogare con le pratiche culturali contemporanee e con le reti creative del territorio. Non un episodio isolato, spiegano gli organizzatori, ma l’esito operativo di una riflessione avviata già al RESTART Festival del Gaming (maggio 2025), in cui il Museo ha confrontato esperienze con realtà di settore come TuoMuseo.

“È proprio con queste progettualità, messe in atto dal Museo in maniera programmata e in un’ottica di rete sul territorio, che il nostro Istituto diviene spazio di Comunità dove poter dialogare con tutti i tipi di pubblico attraverso linguaggi differenti comunicando il Patrimonio anche attraverso strumenti e attività ludico didattiche”, ha dichiarato la direttrice Simona Bruni. Un ruolo che conferma il Museo quale hub culturale e i Servizi Educativi come cerniera tra rigore scientifico e codici contemporanei.

L’esperienza ha inoltre validato un modello di progettazione transmediale integrata ai percorsi curatoriali, realizzato anche grazie alla collaborazione con Arci APS: una mediazione strutturata che innova i canali di trasmissione e si configura come leva per costruire una relazione attiva e consapevole tra nuove generazioni e patrimonio museale.

L’iniziativa è finanziata nell’ambito del Piano di Azione e Coesione 2014/2020, Avviso pubblico per il sostegno alla realizzazione di Festival e Rassegne Cinematografiche e Audiovisive in Calabria – 2025.