Il Procuratore Marisa Manzini conquista il secondo posto al Premio Nadia Toffa 2025 con l’opera “Il coraggio di Rosa”
Lamezia Terme, 8 dicembre 2025 — Un riconoscimento per l’impegno civile e la lotta alla criminalità organizzata: la dottoressa Marisa Manzini si è aggiudicata il secondo posto, ex aequo, alla quarta edizione del Premio Letterario Giornalistico Nadia Toffa grazie al suo libro “Il coraggio di Rosa. Storia di una donna che ha ripudiato la ‘ndrangheta”.
Il premio, dedicato alla memoria della giornalista Nadia Toffa, valorizza opere di narrativa, saggistica e giornalismo che affrontano temi di impegno civile, denuncia sociale e attenzione alle vite segnate dall’ingiustizia e dalla criminalità. La giuria ha premiato l’opera di Manzini per la capacità di mettere al centro la testimonianza di chi rompe il muro dell’omertà, offrendo uno sguardo umano sulle dinamiche di violenza e controllo.
“Il coraggio di Rosa” racconta, in chiave romanzata, la storia di una donna che sceglie di rifiutare il vincolo della malavita: un gesto di rottura che diventa simbolo di resistenza, dignità e speranza. Secondo la motivazione del premio, il libro rispecchia lo spirito dell’iniziativa perché dà voce a storie difficili e invita alla riflessione pubblica.
Magistrato di lungo corso, Marisa Manzini è nota per la sua attività alla Procura della Repubblica e per l’impegno nelle indagini contro la ‘ndrangheta. Autrice di diversi saggi e opere narrative, coniuga competenza giuridica e sensibilità letteraria per indagare le dinamiche sociali che accompagnano i fenomeni criminali.
“Ricevere questo riconoscimento intitolato a Nadia Toffa è un onore profondo — ha dichiarato Manzini —. ‘Il coraggio di Rosa’ è dedicato a tutte le donne che scelgono la libertà e la dignità, rifiutando l’oppressione della ‘ndrangheta. Raccontare queste verità scomode è il primo passo verso il cambiamento.”
Il piazzamento ottenuto dalla procuraressa conferma l’importanza, nel panorama culturale e civile, di opere che mettono al centro il coraggio di chi si oppone alla criminalità e sostiene la necessità di continuare a raccontare e documentare questi percorsi di resistenza.

