Ambiente

COMMISSIONE ECOMAFIE. SIN CROTONE, APPROVATA RELAZIONE. PRESIDENTE MORRONE: SERVONO SOLUZIONI CONCRETE

Roma, 10 dic. — Approvata all’unanimità la “Relazione sullo stato di attuazione degli interventi di bonifica del Sin di Crotone-Cassano-Cerchiara: analisi ambientale, amministrativa e giudiziaria” dalla Commissione parlamentare bicamerale d’inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e sugli illeciti ambientali e agroalimentari, riunita questa mattina in plenaria.

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Il documento, frutto del lavoro congiunto dei relatori di maggioranza e di minoranza e di un pool di consulenti, è stato illustrato dal presidente Jacopo Morrone, che ha ringraziato i relatori on. Andrea Dara (Lega) e sen. Nicola Irto (Pd) per l’impegno profuso. Secondo Morrone la relazione evidenzia la necessità di ulteriori approfondimenti rispetto alle precedenti indagini, per verificare lo stato di avanzamento dei lavori e valutare eventuali necessari interventi aggiuntivi.

Il Sin di Crotone, inserito nell’elenco dei siti di bonifica di interesse nazionale con il DM 468/2001 e perimetrato con DM del 26 novembre 2002 (aggiornato nel 2017), ricopre un’area molto estesa, terrestre e marittima, pari a circa 3.266 campi da calcio. Le verifiche tecniche rilevano criticità ambientali significative, legate alla presenza storica di industrie chimiche e metallurgiche.

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La relazione sottolinea inoltre i problemi aperti sullo smaltimento dei rifiuti: l’ordinanza del Commissario straordinario sul conferimento dei rifiuti del 2025 è stata annullata dal TAR. La sentenza, spiegano i membri della Commissione, non risolve il nodo sostanziale sulla gestione dei materiali pericolosi, ribadendo che solo la Regione può modificare il PAUR e che la scelta della discarica spetta al soggetto responsabile della bonifica.

Particolarmente allarmante è la mancanza, sul territorio nazionale, di discariche autorizzate a trattare materiali altamente pericolosi come TENORM e amianto, una carenza che blocca le operazioni di bonifica già programmate. Aggiunge urgenza alla questione la normativa comunitaria: dal marzo 2026 l’UE restringerà ulteriormente l’esportazione dei rifiuti, vietando l’esportazione quando la gestione possa essere tecnicamente ed economicamente sostenibile nel Paese di origine.

Il relatore di maggioranza, on. Andrea Dara, richiama gli studi sanitari dell’ISS che segnalano aumenti di malattie nelle aree del SIN e concentrazioni di metalli pesanti ben oltre i limiti. “Serve un controllo sanitario costante e interventi rapidi”, ha detto Dara, sottolineando che le comunità locali attendono da oltre vent’anni giustizia, sicurezza e un piano di bonifica credibile e tempificato.

Per il relatore di minoranza, sen. Nicola Irto, l’approvazione della relazione è un passaggio importante ma non basta: “Il tempo degli annunci è finito”, ha dichiarato, esortando tutte le istituzioni a trasformare le indicazioni parlamentari in atti operativi concreti, senza rimpalli di responsabilità. Irto ha ricordato che la Regione Calabria, nel PAUR del 2019, aveva già previsto il trasferimento dei rifiuti in impianti idonei a tutela delle popolazioni locali.

La relazione ripercorre inoltre i dati epidemiologici contenuti nel rapporto Sentieri, definiti “inequivocabili e drammatici” dai relatori, che registrano eccessi di mortalità e gravi patologie nelle aree interessate. Per la Commissione la tutela della salute pubblica deve essere la bussola delle scelte: servono governance efficace, controlli serrati e il rispetto del principio che chi inquina paga.

Dopo l’unanimità di oggi, la Commissione sollecita l’avvio immediato di interventi concreti e coordinati a livello nazionale per sbloccare la bonifica del Crotonese e garantire alle comunità locali una risoluzione definitiva e sicura del problema ambientale e sanitario.