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Gli studenti del Corso di Laurea Specialistica in Economia e Management dell’UMG in visita al Centro calabrese di Solidarietà, oggetto di studio nei “Percorsi di Management”

 Attenti, curiosi, competenti. Sono gli studenti e le studentesse del Corso di Laurea Specialistica in Economia Aziendale e Management dell’Università “Magna Graecia” che giovedì mattina hanno fatto visita agli uffici amministrativi del Centro Calabrese di Solidarietà, in via Lucrezia della Valle. Perché l’Ente no profit che dal 1986 opera nel campo dell’emarginazione giovanile, del recupero dalle tossicodipendenze e della protezione delle donne sarà al centro del progetto che gli studenti e le studentesse svolgeranno nell’ambito dei “Percorsi di Management”. 

Giunto alla sua 14esima edizione, il progetto è realizzato in collaborazione tra l’Associazione degli Industriali della provincia di Catanzaro e l’Università Magna Grecia, coordinato dal professor Rocco Reina, ordinario di Organizzazione aziendale, nell’ambito delle attività didattiche della Cattedra di Comportamento Organizzativo e Gestione del Personale del Corso di Laurea Specialistica in Economia Aziendale e Management.

L’obiettivo della comakership tra UMG e Confindustria Catanzaro – con l’input del presidente Aldo Ferrara e del direttore generale Dario Lamanna – è quello di avvicinare il mondo delle conoscenze e delle competenze sviluppate all’interno dei percorsi formativi universitari in campo economico-aziendale con quello esperienziale delle imprese del territorio.

Nell’ambito di questo progetto, gli studenti del Corso di Laurea Specialistica in Economia e Management – che hanno visitato il Centro Calabrese di Solidarietà accompagnati, oltre che dal professore Reina, anche dai professori Anna Maria Melina e Walter Vesperi – saranno chiamati a specifiche attività di studio e ricerca, in modo da permettere lo sviluppo di metodologie didattiche integrate con il sistema delle imprese del territorio, vivendo con loro e sfidandosi nella ricerca di opportunità e progettualità a ricaduta imprenditoriale.

La particolarità dell’edizione di quest’anno è proprio quella di aver scelto il Centro Calabrese di solidarietà – con il placet di Confindustria – quale oggetto dell’analisi selettiva sollecitata dal percorso progettuale di una “azienda-non azienda”, nel senso classico di organismo composto di persone e beni, diretto al raggiungimento di un fine economico.

“Le emozioni non possono essere analizzate dal punto di vista aziendale – ha affermato la presidente del CCS, Isolina Mantelli –. Ma l’analisi dei punti di forza e dei punti di debolezza di una realtà che ha bisogno della ‘tenuta economica’ per dare quante più risposte possibili alle donne, agli uomini, alle famiglie che vedono in noi un punto di riferimento, e un’àncora di salvezza, ci aiuta a costruire maggiori situazioni di certezza per tutte le persone che vogliamo aiutare. La nostra mission – ha detto ancora Mantelli – è l’obiettivo che sfugge le analisi economiche, scommettiamo nella costruzione di un’etica dell’economia”.

A “raccontare” il Centro Calabrese di Solidarietà, con le storie umane e professionali, i percorsi, le sfide, la progettualità e il fine ultimo che è quello di tendere la mano a quanti hanno smarrito il proprio percorso e hanno bisogno di una seconda opportunità,  con la presidente Mantelli, sono stati alcuni dei responsabili dei settori in cui il Centro si articola (Claudio Falbo, Assunta Cardamone, Giorgia Ritrovato, oltre che la responsabile del Centro studi, Katia Vitale ed Emanuela Trapasso in rappresentanza dell’amministrazione, oltre che Pierluigi Monteverdi e Carmen Locandro che si occupano di Tutoraggio e Consulenza economica per i giocatori d’azzardo).

Gli studenti e le studentesse, quindi, hanno avuto un primo contatto diretto con il Centro Calabrese di Solidarietà scoprendo l’associazione di volontariato che opera nel campo del disagio e dell’emarginazione giovanile, con particolare attenzione alla prevenzione, al recupero e al reinserimento sociale di soggetti con problematiche di dipendenza patologica. Fondato nel 1986, si è posto come servizio in risposta al fenomeno dilagante della tossicodipendenza nel territorio calabrese. Aderisce alla F.I.C.T. (Federazione Italiana delle Comunità Terapeutiche) ed ispira il proprio lavoro educativo/terapeutico alla filosofia di Progetto Uomo ed al presupposto fondante che ogni uomo è sempre portatore di enormi potenzialità. Pone, pertanto, al centro dell’attenzione la persona nella sua totalità, i suoi bisogni esistenziali e le sue capacità di cambiamento.

Ha accreditato definitivamente con la Regione Calabria le sedi operative per la cura e la riabilitazione di soggetti con problematiche di dipendenze patologiche, ma ha ottenuto l’autorizzazione al funzionamento e relativa iscrizione all’Albo regionale della Casa Rifugio “Mondo Rosa” per donne vittime di violenza con o senza minori dalla Regione Calabria (Decreto n^ 17035 del 27/12/2019) ed Accreditamento Provvisorio. 9 Ha ottenuto dal 2006 la Certificazione di Qualità ISO-9001 rilasciato dal RINA. Dal 2016 ha ottenuto anche l’accreditamento definitivo della sede di Via Lucrezia della Valle n. 106 – Catanzaro per la Formazione continua e superiore e Formazione Continua e Superiore Utenze Speciali. È convenzionato con diverse Facoltà Universitarie per l’espletamento del tirocinio pre e post laurea. È convenzionato con il Ministero di Giustizia, Dipartimento Amministrazione Penitenziaria, Ufficio Esecuzione Penale Esterna per l’accoglienza dei soggetti in regime di espiazione della pena di Lavori di Pubblica Utilità. Giusto per citare qualche esempio.

Ma il momento emotivamente più inteso, che ha consentito agli studenti e alle studentesse di scoprire l’intensità della missione a cui il CCS risponde, di cui parlava la presidente Mantelli, è stato il confronto con le storie di alcuni ragazzi ospiti della comunità terapeutica: chi erano, giovani e uomini in che si erano persi, e che oggi, hanno scoperto loro stessi, il valore delle regole, la solidità di un cammino che ogni giorno, non senza difficoltà li condurrà fuori dal tunnel dell’isolamento che li ha fatti smarrire.

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