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MIGRANTI/Crotone: UNICEF e Save the Children in risposta all’emergenza

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Oggi il momento di commozione durante l’ultimo saluto dei sopravvissuti ai familiari morti in mare durante il naufragio, al PalaMilone, il palazzetto dello sport di Crotone dove si trovano le salme tra cui 5 piccole bare bianche. Continuano le operazioni di ricerca dei dispersi, che dai racconti dei sopravvissuti si stima ancora siano diverse decine, tra cui molti bambine e bambini. Erano partiti da Afghanistan, Pakistan, Siria, Somalia, Palestina, tra le nazionalità principali che arrivano attraverso la rotta del Mediterraneo orientale.

Tra le persone sopravvissute anche 16 minorenni, di cui 9 al CARA, 6 in ospedale e uno di loro – che ha perso la famiglia durante il naufragio – è stato già trasferito in struttura di accoglienza. In tutto 3 i minori stranieri non accompagnati.

Le persone versano ancora in stato di forte shock emotivo. UNICEF e Save the Children – insieme alle altre organizzazioni presenti e attive nell’emergenza – hanno fornito sin dalle prime fasi un primo supporto psicologico e emotivo.

L’intervento si è concentrato nel sostegno ai minori stranieri non accompagnati e ai nuclei familiari: a oggi tutti i nuclei presenti sono stati riunificati. Sono in tutto 7 le famiglie al CARA, quasi tutte hanno perso parenti nel naufragio.

Tra loro F., partito dall’Afghanistan con i suoi familiari, 7 in tutto. Racconta con un disegno la disposizione delle persone nel barcone e la tragedia in mare. Della sua famiglia si sono salvati solo lui e il cugino di 12 anni, nuotando verso la spiaggia.

Le Organizzazioni sono in contatto in questo momento con i servizi sociali e le strutture di accoglienza per seguire la presa in carico dei minorenni, il trasferimento in strutture di accoglienza adeguate e l’attivazione delle tutele dove necessario. L’attività di supporto continuerà anche nei prossimi giorni per garantire il supporto psicosociale e l’attivazione di percorsi di inclusione.

UNICEF e Save the Children sono in Calabria da agosto 2022 con un team fisso composto da un esperto legale, un assistente sociale, una mediatrice culturale, e una coordinatrice della risposta in frontiera e hanno potenziato in questi giorni la presenza sul posto per far fronte all’emergenza.

L’intervento congiunto è realizzato nell’ambito di “PROTECT”, il progetto finanziato Direzione generale della Migrazione e degli affari interni (HOME) della Commissione Europea per rafforzare gli interventi di protezione a favore di oltre 20 mila bambine/i, adolescenti, giovani e donne rifugiati/e e migranti in Italia.

In tutto dal 2014 a oggi oltre 26.000 persone sono morte nella rotta del Mediterraneo. Le due Organizzazioni confermano l’importanza di garantire vie sicure alternative all’attraversamento in mare e operazioni di ricerca e soccorso per evitare il ripetersi di queste tragedie.

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