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Sugnu Sambiasinu, mi siantu Lamitinu e scrivu calabrisi

Il teatro in poesia di Salvatore De Biase

Ottimo riscontro di pubblico e di critica per “Sugnu Sambiasinu, mi siantu Lamitinu e scrivu Calabrisi”, una originale raccolta di racconti di vita calabrese che Salvatore De Biase ha presentato nel raffinato salotto della pasticceria Cantagalli di Lamezia. Dismessi i panni del politico e dell’amministratore, l’autore nato a Sambiase, divenuto poi lametino e a tutti gli effetti figlio della terra calabra, esprime a tutto tondo la sua poetica e lo fa con sentimenti forti e genuini.

La sua particolarissima produzione poetica crea dei veri e propri ‘quadri’ di teatro in poesia che ci riportano ad un passato neanche tanto lontano. I suoi versi, rigorosamente in vernacolo, sono un amarcord in cui ognuno di noi può riconoscersi rivivendo pezzi di storia della propria vita o della propria famiglia. De Biase, insieme alla professionista lametina Angela Isabella e alla giornalista Maria Scaramuzzino, ha declamato le sue liriche deliziando i numerosi presenti in sala che hanno anche interagito con l’autore. A rendere ancora più coinvolgente l’atmosfera le note della chitarra classica del M° Luca Laganà.

La presentazione del volume ha dato vita ad un piacevole scambio di riflessioni su ciò che oggi è il vero senso di appartenenza in una città relativamente giovane come Lamezia, frutto della conurbazione di tre ex comuni. Distinzioni che, come è emerso nell’amabile conversazione tra l’autore e gli ospiti, non sono più motivo di divisione ma base fondante per costruire una lametinità che le giovani generazioni già sentono naturalmente, senza remore o pregiudizi di sorta, rispetto a chi ha i capelli bianchi e qualche anno in più. Lametinità che si manifesta in tutta la sua pienezza in una Calabria che da sempre si distingue per i suoi chiaroscuri, per le sue contraddizioni.

Nei suoi scritti De Biase si sente figlio di una terra che, nonostante ataviche traversie e vicissitudini, non dimentica di essere generosa e accogliente: non il solito clichè della Calabria ‘povera ma bella’, piuttosto una forma mentis, un modo di essere e di sentire che affonda le sue radici in secoli di storia e nelle sue tante contaminazioni culturali. Il calabrese, e quindi anche il sambiasino che negli anni è diventato lametino, non rinnega il suo spirito identitario, tutt’altro: ne va fiero!

Una fierezza messa in risalto anche dal vicesindaco di Lamezia, Antonello Bevilacqua, e dal presidente del consiglio comunale Giancarlo Nicotera, entrambi presenti all’incontro. Entrambi favorevolmente colpiti dal teatro in poesia di De Biase, espressione genuina ed autentica di quei valori e di quei principi che sono alla base della pacifica e democratica convivenza di una comunità. Alla serata ha partecipato anche la consigliera comunale Annalisa Spinelli, presidente della commissione pari opportunità del Comune, che ha chiesto a De Biase di tornare a fare politica attiva per mettere a disposizione della comunità locale la sua lunga e radicata esperienza di politico e amministratore, maturata in tanti anni di attività.

I volumi di “Sugnu sambiasinu, mi siantu Lamitinu e scrivu Calabrisi” sono stati distribuiti tra il pubblico in cambio di donazioni volontarie, preziosi contributi che Salvatore De Biase ha donato all’associazione lametina “Il Girasole” che da anni sostiene bambini e ragazzi con disabilità.

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