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Sospendere i compensi agli avvocati significa negare la difesa ai non abbienti. Il Governo fermi questa deriva prima che il sistema collassi.

Crotone — “Il diritto di difesa non può essere messo sotto ricatto. La manovra di bilancio attualmente in discussione contiene una norma che, se non modificata, colpirà al cuore i cittadini più fragili della nostra società”. Così l’avvocato Rocca critica duramente l’art. 129, comma 10, del DDL Bilancio 2025 e l’emendamento n. 129.85, entrambi oggetto di acceso dibattito politico e professionale.

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Le misure proposte prevedono la sospensione automatica dei pagamenti ai professionisti qualora emergano presunte irregolarità fiscali o contributive. Un meccanismo — denuncia Rocca — “distorsivo e pericoloso”, la cui estensione al Patrocinio a Spese dello Stato rischia di avere conseguenze immediate e gravissime per i cittadini meno abbienti.

Secondo l’avvocato, l’attacco è diretto: “Colpire l’avvocato che presta assistenza ai meno abbienti significa, nei fatti, impedire a quei cittadini di accedere alla giustizia. Il Patrocinio a Spese dello Stato non è un contratto commerciale tra un fornitore e la Pubblica Amministrazione, ma un presidio costituzionale”. Rocca sottolinea come subordinare il pagamento di un compenso già liquidato da un giudice alla regolarità contributiva trasformi un diritto certo in un pagamento incerto, scoraggiando i professionisti dall’assumere questi incarichi.

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Il quadro dei rilievi mossi alla norma è articolato. Primo, l’“ingerenza indebita”: lo Stato interviene in rapporti privatistici tra il professionista e la Cassa Forense, utilizzando il blocco dei compensi come leva coercitiva. Secondo, l’“effetto paralisi”: in un settore già segnato da ritardi cronici nei pagamenti, la misura rischia di svuotare le liste dei difensori d’ufficio e dei patrocinatori, privando i più poveri di una difesa effettiva. Terzo, il “contrasto con l’Europa”: la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo esige che l’accesso alla giustizia sia reale e non solo formale, avverte Rocca, e indebolire chi difende gli ultimi va nella direzione opposta.

L’appello finale è diretto alle istituzioni: “Chiedo alle forze politiche un atto di responsabilità immediato. Bisogna espungere il Patrocinio a Spese dello Stato dall’ambito applicativo di questa norma e respingere l’emendamento 129.85. Non si possono risanare i conti pubblici a spese dei diritti fondamentali.” Rocca invita il Governo ad aprire un confronto urgente per individuare soluzioni equilibrate che preservino la funzione sociale dell’avvocatura e la tenuta democratica del Paese. Sul tavolo resta la necessità di coniugare tutela delle finanze pubbliche e garanzia effettiva del diritto di difesa.

Avv. Salvatore Rocca