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Al Teatro Comunale di Catanzaro sold out per “Il sindaco del rione Sanità”. Il Teatro Incanto festeggia con il pubblico i 17 anni di attività

Una serata davvero magica per il Teatro Comunale, nel centro del centro storico a Catanzaro, che è tornato ad accogliere il suo pubblico con un nuovo appuntamento della stagione del Teatro Incanto, che giovedì 1 dicembre compie 17 anni di attività.

Un “sold out” che riempie di gioia e di orgoglio per “Il sindaco del rione sanità”, andata in scena domenica 27 novembre, che registra una prova appassionata e riuscita della compagnia capitanata dal direttore artistico Francesco Passafaro, affiancato da attori del “Teatro Incanto” e allievi talentuosi del TeatroLab.

Si tratta di un’opera maestosa, in tre atti scritta ed interpretata da Eduardo De Filippo nel 1960 ed inserita dall’autore nella raccolta “Cantata dei giorni dispari”. La prima rappresentazione ebbe luogo a Roma, al Teatro Quirino, sempre nel 1960.

Francesco Passafaro è un Antonio Barracano imponente e credibile nel ruolo del vecchio camorrista che amministra la legge con criteri singolari. Magnanimo e duro, severo e affettuoso è riconosciuto come ‘sindaco’ da tutti i diseredati del Rione Sanità.

La sua è una particolare opera di giustizia verso i poveri che lo porta a sacrificare la propria vita pur di risolvere i problemi economici di Rafiluccio e Rita, una coppia in attesa di un figlio travolta dai debiti.

Barracano è affiancato da un medico, Fabio Della Ragione, che spesso opera per ricucire i delinquenti dopo una sparatoria, sempre per risolvere fatti e misfatti senza l’intervento delle autorità. Ma accade l’imprevisto. In casa di Barracano, che sta ricevendo alcune persone per accogliere le continue richieste, compare un giovane, Rafiluccio Santaniello, che esprime il desiderio incontrollabile e profondo di uccidere il proprio padre. Barracano si rivede molto in lui,  il ragazzo gli ricorda la sua giovinezza e la sua ossessione nei confronti di Gioacchino, il guardiano della tenuta Marvizzo, che ha dovuto uccidere per colpa di uno scontro che lo ha ridotto esanime e, non riuscendo più a vivere, la sua è diventata un’ossessione. Proprio come quella di Santaniello nei confronti del padre. L’esito della storia non è così scontato, perché Eduardo non lascia nulla al caso e, anche quanto tutto sembra già scritto, ci regala una perla di drammaturgia ricordandoci che la riconoscenza è un sentimento che non sempre riusciamo a trovare nelle persone e ci lascia senza fiato fino all’ultima battuta.

 Una commedia se così si può dire, di grande attualità soprattutto in Calabria, che coinvolge tutta la compagnia storica del “Teatro Incanto” e molti allievi talentuosi e pieni di voglia di fare, di dare vita alle parole di Eduardo.

“Lo spettacolo in questione, non è una commedia visto l’evolversi della vicenda, è stato scritto nel 1960 e rappresenta alla perfezione la società dell’epoca – afferma Francesco Passafaro -. Ma più andavamo avanti nello studio dei personaggi, nel mettere in scena le azioni, nel capire il sottotesto (cioè tutto quello che si intende, ma che non viene detto direttamente attraverso le parole), più ci rendevamo conto che è assolutamente un dramma attualissimo, che rappresenta appieno la nostra società moderna, in particolare mondo alcuni ambiti della nostra Calabria. E la rappresentazione è cresciuta, prova dopo prova, giorno dopo giorno, nei silenzi, nel non detto, nelle azioni mimiche ed espressive che hanno fatto da cornice indispensabile a una storia conosciutissima, tragica e quanto mai contemporanea”. 

Un bravo corale, quindi, alla compagnia del Teatro Incanto, in scena: Carmen Mirarchi, Francesca Guerra, Mario Scozzafava, Michele Grillone, Marco Trocino, Domenico Scarpino, Domenico Vavalà, Marinella Bruno, Francesco Passafaro, Michele Muzzi, Teresa Valentino, Roberto Malta, Antonio Paonessa, Elisa Condello, Stefano Perricelli, Chiara Silvestri, Daniela Fazio.

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